A 72 anni dalla bomba di Nagasaki si prega la Vergine Maria. Cresce la tensione Usa-Corea del Nord

Almeno 1000 persone hanno partecipato alla processione con fiaccole dietro la testa di una statua della Vergine scampata alla distruzione nucleare. Sindaco di Nagasaki: In un futuro non lontano queste armi potrebbero essere usate ancora. L’invito a Shinzo Abe a sottoscrivere il trattato Onu per il bando delle armi nucleari, snobbato dalle grandi potenze e dai loro alleati.


Nagasaki (AsiaNews) - Una statua, o meglio un brandello di statua della Vergine Maria è stata portata in processione ieri sera nel Parco della Pace di Nagasaki, a conclusione del giorno che segna il 72mo anniversario del lancio della bomba atomica sulla città, che ha ucciso oltre 70 mila persone. Il brandello della statua, la testa della Vergine con qualche bruciatura, è ciò che è rimasto della statua originaria, distrutta dall’esplosione nucleare. Almeno 1000 persone hanno partecipato alla fiaccolata dietro quello che viene considerata una memoria storia e quasi una reliquia.

La processione ha concluso gli avvenimenti della giornata, iniziata al mattino con una cerimonia che ha avuto il suo culmine alle 11.02, l’ora in cui è stata sganciata la bomba, con un minuto di silenzio, mentre si sentiva solo il rintocco della campana.

La bomba ha distrutto la città e la stessa cattedrale cattolica dell’Immacolata, conosciuta anche come la chiesa di Urakami, dal luogo in cui sorgeva.

Alla cerimonia il sindaco di Nagasaki, Tomihisa Taue, Ha detto che “la situazione internazionale riguardo alle armi nucleari sta diventando sempre più tesa” e “un forte senso di ansietà si sta diffondendo nel globo perché in un futuro non lontano queste armi potrebbero essere usate ancora”. Il riferimento è alla tensione crescente fra Stati Uniti e Corea del Nord e alle minacce reciproche di usare armi letali per colpire Pyongyang e Guam.

“La minaccia nucleare - ha aggiunto Taue - non finirà finché le nazioni continueranno a dire che le armi nucleari sono essenziali per la loro sicurezza nazionale”.

Egli ha invitato il premier a firmare il trattato di interdizione delle armi atomiche, presentato il 7 luglio scorso alle Nazioni Unite da 122 Paesi, dopo negoziati a cui il Giappone (come alleato degli Stati Uniti) ha rifiutato di partecipare. Tutte le grandi potenze nucleari hanno snobbato il documento.

Taue ha detto che l’assenza del Giappone, anche durante i negoziati, è “incomprensibile per coloro che come noi vivono in città vittime della bomba atomica”.

Nel suo discorso, molto simile a quello pronunciato a Hiroshima tre giorni prima, Abe non ha menzionato il trattato Onu.