‘Io sono Gauri’: a Bangalore in 15mila chiedono giustizia per la giornalista assassinata

Gauri Lankesh è stata uccisa il 5 settembre e i criminali sono ancora a piede libero. L’intellettuale era nota per le sue critiche al partito nazionalista indù al governo. P. Prakash: “È stata una crociata inarrestabile per la libertà di pensiero e di espressione”.


Bangalore (AsiaNews) – Più di 15mila persone hanno sfilato ieri per le strade di Bangalore, nel Karnataka, chiedendo che sia fatta giustizia per Gauri Lankesh, la giornalista indiana assassinata la scorsa settimana. Tra i manifestanti, tanti scrittori, giornalisti e intellettuali, che condannano l’omicidio di una delle voci più note della democrazia indiana, famosa per le sue opinioni critiche nei confronti dei nazionalisti indù del Bjp (Bharatiya Janata Party).

Ad AsiaNews p. Cedric Prakash sj, attivista del Jesuit Refugee Service, affida il proprio ricordo: “Gauri ha rappresentato il meglio della India libera e senza paura, che rispetta i diritti di ogni cittadino, celebra il pluralismo e prima di ogni cosa difende i più alti valori della democrazia! Gauri ha avuto il coraggio di sfidare il Sangh Parivar e tutte le persone con mentalità settaria. Detestava il sistema delle caste, lottava per l’emancipazione delle donne, si batteva per i poveri e gli emarginati. È stata una inarrestabile crociata per la libertà di pensiero e di espressione. Non risparmiava nessuno, quando al centro della questione vi era l’ingiustizia”.

Il corteo, organizzato da 21 gruppi attivisti, ha sfilato portando striscioni con l’immagine di Gauri e la scritta “#IamGauri”. Molte persone indossavano bandane nere sulla testa, a denuncia del fatto che la libertà d’espressione in India è da tempo messa a repentaglio. Su tutte, si è levata l’invocazione “Lunga vita a Gauri”.

La giornalista di 55 anni era direttrice del Gauri Lankesh Patrike, quotidiano in cui si esprimeva in favore della democrazia, della laicità dello Stato e del libero pensiero. È stata uccisa il 5 settembre mentre rincasava dopo il lavoro. Alcuni ignoti criminali l’hanno colpita alle spalle con tre colpi di pistola, mentre era sulla soglia di casa. Le indagini sono in corso, ma la polizia sembra brancolare nel buio e non ha ancora effettuato alcun arresto.

Gauri era famosa per le sue critiche alle politiche dell’Hindutva, mentre simpatizzava per i “Naxalite”, i ribelli maoisti che attuano una guerriglia latente in varie zone del Paese, e ne chiedeva la reintegrazione nella società. Il suo rilevante contributo è stato ribadito anche dai vescovi indiani, che a nome del segretario generale della Conferenza episcopale mons. Theodore Mascarenhas hanno affermato: “Rendiamo onore a lei, per il coraggio con cui scriveva, le convinzioni con cui ha vissuto e l’audacia con cui ha combattuto le forze del male, dell’odio e della corruzione”.