Il Nobel per la letteratura a Kazuo Ishiguro, un po’ giapponese, un po’ britannico

L’autore è nato a Nagasaki nel 1954 e vissuto poi in Gran Bretagna dove ha studiato inglese, filosofia e scrittura creativa. L’Accademia svedese mette in luce i temi ricorrenti nei suoi romanzi: memoria, tempo, disillusione. I giornali giapponesi sottolineano il suo carattere “britannico”. Ishiguro si definisce “una stramba miscela omogenea” fra cultura giapponese e inglese.


Stoccolma (AsiaNews/Agenzie) - Kazuo Ishiguro, 62 anni, giapponese di nascita, ma britannico di educazione ha vinto il Premio Nobel per la letteratura del 2017. Esprimendo i motivi dell’assegnazione, l’Accademia svedese afferma che i suoi romanzi hanno “una grande forza emozionale, mettono a nudo l’abisso che giace sotto le nostre illusioni nel collegarci col mondo”.  Nella scheda biografica che ha fornito, l’Accademia parla dei temi ricorrenti: “memoria, tempo, disillusione”, soprattutto riferendosi ai primi suoi libri, ambientati a Nagasaki subito dopo lo scoppio della bomba. E parlando dell’ultimo romanzo, “Il gigante sepolto” (2015), ambientato in un ambiente inglese arcaico, si dice che esso “esplora, in modo commovente, il modo in cui la memoria si lega all’oblio, la storia al presente, la fantasia alla realtà”. Ishiguro ha scritto otto libri e anche trame per film e per la televisione

Parlando alla Bbc dopo il conferimento del Premio, Ishiguro ha detto che riceverlo è “un magnifico onore”, “lusinghiero in modo sbalorditivo”.

“Il mondo vive un momento di grande incertezza - ha aggiunto - e io spero che tutti i Premi Nobel siano una forza per qualcosa di positivo… in questo tempo così profondamente incerto”.

Ishiguro, nato a Nagasaki nel 1954, è emigrato con la famiglia in Inghilterra quando lui aveva cinque anni, dopo che suo padre, un oceanografo, è stato invitato a lavorare nell’Istituto nazionale britannico per l’oceanografia. In seguito egli ha studiato inglese e filosofia all’Università di Kent. In seguito ha studiato scrittura creativa all’università dell’East Anglia.

L’autore è tornato a visitare il Giappone solo nell’età adulta. I giornali giapponesi, dando la notizia, sottolineano con forza il suo carattere “britannico”. In un’intervista di alcuni anni fa su BOMBMagazine (1989), a chi gli chiedeva quanto lui era giapponese e quanto britannico ha risposto: “"La gente non è per due terzi una cosa e per il resto qualcos'altro. Temperamento, personalità, o modo di vedere non si dividono affatto così. I pezzi non si separano chiaramente. Finisci per essere una stramba miscela omogenea. Questo diventerà più comune nella seconda parte del secolo – persone con ascendenze culturali miste, e un miscuglio di sfondi razziali. Così va il mondo”.