Demolizioni in Cisgiordania: dal 2009, perduti più di un milione di euro di fondi europei

Nel 2017 sono state abbattute 330 strutture, 72 delle quali finanziate dall’Unione europea. Il 60% a Gerusalemme est. Sfollati più di 500 palestinesi, di cui 290 bambini. Solo l’1% dei permessi di costruzione richiesti sono accordati.


Gerusalemme (AsiaNews) – Fra il 2009 e il 2017, l’Unione Europea ha perso 1,2 milioni di euro stanziati in edifici in Cisgiordania, demoliti o sequestrati da Israele. Ad affermarlo è un rapporto dell’ufficio rappresentativo dell’Unione Europea in Cisgiordania e a Gaza.

In esso, si afferma che fra marzo ed agosto del 2017, 150 proprietà palestinesi sono state demolite, confiscate, sigillate o sgomberate; il 60% a Gerusalemme est. Il numero totale delle strutture colpite nel 2017 sale quindi a 330, risultando nello sfollamento di più di 500 palestinesi, 290 dei quali bambini.

Degli edifici presi di mira 72 erano stati finanziati dalla UE e dagli Stati membri, con una perdita materiale valutabile a 240mila euro. Per il periodo di riferimento si parla di 19 proprietà per un valore totale di circa 127mila euro. Al presente, altri 100 istituti finanziati con fondi europei sono a rischio di abbattimento.

Le demolizioni ed espropri sono eseguiti dalle autorità israeliane in base all’assenza di autorizzazioni ufficiali. Come già denunciato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) a luglio, questi permessi sono quasi impossibili da ottenere: negli scorsi anni sono stati approvati solo circa l’1% delle richieste avanzate dai palestinesi nell’area C (sotto il controllo israeliano, nei pressi di colonie e avamposti militari); ovvero 16 risposte positive su un totale di 1.253.

Ad agosto, la delegazione aveva espresso preoccupazione per l’abbattimento di edifici scolastici, fra cui uno a Jubbet al-Dibh nei pressi di Betlemme, ricostruita “in modo illegale” dagli attivisti.