Papa Francesco in Myanmar, ‘una benedizione’ anche per i giovani protestanti
di Inviato di AsiaNews

Le speranze e le aspettative  per il viaggio apostolico del pontefice. Patrick Loo Tone, presidente del Consiglio delle Chiese del Myanmar (Mcc): “La visita del pontefice aprirà una finestra sui cristiani del Paese”. I cattolici in Myanmar sono 700mila, distribuiti in 14 diocesi.


Yangon (AsiaNews) – Per la prima volta nella storia del Paese, il Myanmar si appresta ad accogliere il viaggio apostolico di papa Francesco, che dal 27 al 30 novembre 2017 visiterà le città di Yangon e Nay Pyi Taw. A Yangon, la più grande città birmana, l’inviato di AsiaNews ha raccolto le dichiarazioni di alcuni giovani cristiani protestanti circa la visita del pontefice e la crisi umanitaria in corso nello Stato occidentale del Rakhine, sulla quale è concentrata l’attenzione della comunità internazionale.

“Il viaggio apostolico di papa Francesco in Myanmar, Paese a maggioranza buddista, dimostra che la società birmana è più aperta ora di quanto fosse prima”, dichiara Nant Myat Noe Aein, 21 anni, giovane leader della Chiesa della Provincia di Myanmar [Chiesa membro della Comunione anglicana, ndr]. “La nostra – prosegue – è stata per decenni una società chiusa. Con il nuovo governo democratico, nell'ultimo anno la società si sta pian piano aprendo al cambiamento. La visita di papa Francesco è una benedizione”.

Puia, 35enne segretario generale del Consiglio delle Chiese del Myanmar (Mcc), afferma: “La visita del Santo Padre ha portato il Myanmar alla ribalta del mondo, che è interessato a conoscere meglio il Paese ed il suo popolo”. “Il Paese affronta numerosi problemi. Il viaggio di papa Francesco rappresenta un invito a lavorare per il progresso e la prosperità della nazione. Mi sono registrato per partecipare alla funzione di papa Francesco a Yangon e vi prenderò parte. Sono eccitato per l'evento”, conclude. Patrick Loo Tone, president di Mcc: “Molti cittadini birmani non sapevano molto dei cristiani. Con l’arrivo del papa, sia dentro che fuori dal Paese la gente è interessata a conoscerne la situazione e le preoccupazioni. La visita del pontefice aprirà una finestra per tutti”.

Il Myanmar ha una popolazione di circa 51 milioni di abitanti. I buddisti sono l’88,9%, mentre i cristiani il 6.3%. Molti di essi appartengono a minoranze tribali ancora in conflitto con il potente esercito birmano ed i movimenti nazionalisti e sono spesso vittime di violenze e soprusi. I cattolici sono circa 700mila, e attendono “con devozione e preghiera l’arrivo del pontefice”. I musulmani costituiscono il 2,3% dei cittadini e parte di loro sono Rohingya, gruppo etnico non riconosciuto dallo Stato e al centro della grave crisi umanitaria che ha investito la regione al confine con il Bangladesh, di cui sono originari.

Intervistata a tal riguardo, la 18enne battista Angel Za Dim, dichiara: “Come tutti noi, i musulmani Rohingya hanno bisogno di attenzione, pazienza e sostegno urgente. Il governo del Myanmar, con la collaborazione della comunità internazionale e delle organizzazioni umanitarie, deve affrontare la questione in modo amichevole, considerando i loro diritti umani e la loro dignità”. “Giovane birmana, desidero che non ci sia nessuna ulteriore grave crisi legata alla questione Rohingya”, afferma la ragazza, aggiungendo che “l’amministrazione guidata da Aung San Suu Kyi sta intraprendendo sforzi concertati per normalizzare il problema e affrontarlo in modo pacifico ed urgente”.