Madhya Pradesh, due cristiani arrestati per ‘conversioni forzate’ di minori
di Nirmala Carvalho

Anita Joseph e Amrit Kumar sono stati bloccati alla stazione di Indore. I radicali indù li accusano di aver rapito sei bambini. Attivista cristiano riferisce che gli arrestati accompagnavano i minori ad un raduno di preghiera con il consenso dei genitori.


Mumbai (AsiaNews) – La polizia del Madhya Pradesh ha arrestato due cristiani e li ha incriminati per rapimento e conversione forzata di minori. Lo denuncia il gruppo attivista cristiano Global Council of Indian Christians (Gcic). Il presidente, Sajan K George, lamenta ad AsiaNews che la legge anti-conversione dello Stato – il Madhya Pradesh Freedom of Religion Act – “viene utilizzata dalle forze di estrema destra [nazionaliste, ndr] come strumento per molestare e intimidire la vulnerabile minoranza cristiana”.

Anita Joseph, 50 anni, e Amrit Kumar, 51 anni, sono stati fermata dagli agenti nella stazione ferroviaria di Indore ieri. Parlando con Indian Express, l’ispettore Kunwarlal Warkade ha riferito che la polizia era stata allertata da organizzazioni indù, che hanno denunciato che i cristiani avevano rapito sei bambini per portarli a Mumbai e convertirli. Dopo l’arresto, i minori sono stati accompagnati presso Childline [Ong che si occupa della protezione di bambini e del recupero di minori raccolti dalle strade, ndr].

La polizia fa sapere che sia gli accusati che i minori vivono nella colonia cristiana “Scheme 78” di Indore. Uno dei due arrestati, Amrit Kumar, ha dichiarato che era in compagnia dei bambini con l’unica finalità di accompagnarli ad un raduno di preghiera. Gli stessi agenti hanno ammesso che alcuni genitori dei minori erano a conoscenza delle motivazioni del viaggio.

Sajan K George riferisce che i cristiani nello Stato rappresentano un’esigua minoranza, circa l’1% contro oltre il 90% della popolazione che professa l’induismo. Poi osserva: “I cristiani sono trattati come cittadini di seconda classe, cui vengono negati il diritto di muoversi liberamente e di professare la propria religione. Nessuno ha infranto la legge e i bambini erano in viaggio con il consenso dei genitori”. “L’India è un Paese laico – ribadisce in conclusione – ma i cristiani non hanno tutele costituzionali”.