Kazakistan, lo sviluppo cinese minaccia il lago Balhaš

Sotto accusa il progetto cinese di deviare il corso d'acqua di un suo affluente. Gli scienziati temono che scompaia entro pochi anni. Sarebbe un disastro ambientale per intere nazioni.


Almaty (AsiaNews/Agenzie) – Gli scienziati temono che il lago Balhaš possa scomparire per la minor portata d'acqua dei suoi affluenti e per l'eccessivo sfruttamento, anche da parte della Cina, che pensa di prelevare altra acqua. 

Il lago Balhaš – il 4° maggiore nell'Asia centrale, a nord ovest della capitale Almaty – è una vera fonte di vita per l'arida regione. Sostiene le esigenze di industria, agricoltura e vita di 3 milioni di persone. Ma il suo livello è diminuito in modo drammatico negli ultimi decenni.

Le cause sono anche naturali: gli scienziati ricordano che il lago ha un ciclo naturale che vede un aumento o una perdita del volume. Ma la minaccia viene soprattutto dall'attività umana. Il fiume Ili, suo principale tributario, ha subito un intenso sfruttamento per fini agricoli. Il fiume attraversa prima la Cina e le autorità cinesi intendono deviare gran parte delle sue acque per sfruttarle meglio. Gli scienziati temono che questo possa essere mortale per il lago.

Secondo Natalia Vorobeova, biologa ed esperta governativa, la diminuzione del lago potrebbe causare una crisi ambientale maggiore di quella conseguita al prosciugamento del Mare Aral, considerato un vero disastro ecologico. "Se la Cina devia le acque del fiume Ili – dice la Voroboeva – ci sarà un cambiamento nell'intero clima della regione del Balhaš". "Avanzerà il deserto – prevede – Accadrà lo stesso che per il Mare Aral. E quella zona era meno popolata di questa…. La popolazione dovrà andare via. Sarà una catastrofe".

Le conseguenze, osserva l'attivista ambientale Mels Eleusizov, colpiranno l'intero Kazakistan. "Il lago –prosegue - è una ricchezza nazionale". Gli scienziati prevedono che, in assenza di un deciso intervento conservativo, il lago potrebbe scomparire entro un decennio.