Qatar, mondiali 2022: L’Ilo archivia le denunce di abusi sui lavoratori stranieri

L’agenzia internazionale Onu sostiene le riforme promosse da Doha nel mercato del lavoro. E invita Arabia Saudita ed Emirati Arabia Uniti a seguirne l’esempio “positivo”. Un momento di festa “per il Qatar e per i suoi due milioni di lavoratori migranti”. Segretario generale Iutc: Fissato “un nuovo standard” per i Paesi del Golfo. 

 


Doha (AsiaNews/Agenzie) - L’inchiesta dell’agenzia Onu per il lavoro riguardante denunce di maltrattamenti nei confronti dei lavoratori stranieri, impegnati nella costruzione degli stadi per i  mondiali di calcio del 2022, si è chiusa in questi giorni con un parere positivo per Doha. Al contempo, i vertici dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) accolgono con favore e sostengono il piano di riforme nel settore promosso di recente dai vertici dell’emirato, e che prevede un salario minimo e maggiori diritti. 

In passato attivisti e sindacati internazionali hanno accusato il Qatar di sfruttare il lavoro degli immigrati, ridotti in condizioni di semi-schiavitù. La maggior parte di essi è impegnata nella realizzazione delle strutture che verranno utilizzate per la rassegna iridata in programma nel 2022, la più importante competizione calcistica al mondo. 

Nel 2014 l’Ilo ha aperto una inchiesta sul Qatar, per capire se vi erano state violazioni agli obblighi assunti in tema di diritti del lavoro e protezioni adeguate in particolare per gli immigrati. Da qui la decisione dei vertici di Doha di avviare un pacchetto di riforme, che prevede: salario minimo; impegno diretto del governo sul rispetto dei contratti siglati fra aziende e forza lavoro; permesso di espatrio senza dover aspettare il nulla osta del padrone. 

Luc Cortebeeck, alto dirigente Ilo, sottolinea che “la trasformazione di queste denunce in un impegno vero da parte del governo del Qatar è un cambiamento positivo per tutti i lavoratori”, oltre che uno “sviluppo davvero incoraggiante”. “Festeggiamo questo momento - aggiunge - per il Qatar e per i suoi due milioni di lavoratori migranti”. 

Fra quanti sostengono la decisione dell’Ilo vi è anche la Confederazione sindacale internazionale, che nel 2014 è stata fra le voci più critiche contro il Qatar. Doha ha fissato “un nuovo standard” per i Paesi del Golfo, sottolinea il segretario generale Iutc Sharan Burrow; esso, aggiunge, dovrà essere “applicato anche da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti” dove “milioni di lavoratori migranti sono intrappolati” sotto forme di “moderna schiavitù”. 

Una inchiesta del 2013 elaborata dalla Confederazione sindacale internazionale denunciava almeno 1200 immigrati morti nei cantieri dei mondiali di calcio del 2022. Un numero difficile da verificare, ma che secondo alcuni attivisti ed esperti potrebbe essere anche di gran lunga maggiore.

In Qatar, nazione da mesi al centro di una controversia politica, diplomatica ed economica con gli altri Paesi del Golfo, vi sono fra gli 1,5 e i 2 milioni di lavoratori migranti. Molti di questi sono immigrati asiatici, impiegati nel settore dell’edilizia.