Gli imprenditori vanno all’estero per sfuggire alle richieste di soldi dei partiti
di Christopher Sharma

In Nepal ci saranno le elezioni il 26 novembre e il 7 dicembre. La popolazione è chiamata a rieleggere l’assemblea federale e quelle provinciali. Alle liste elettorali si sono iscritti 96 partiti. La richiesta di donazioni “proviene anche dalle correnti all’interno dello stesso partito”.


Kathmandu (AsiaNews) – Nell’arco delle ultime settimane gli imprenditori più ricchi del Nepal si sono resi irreperibili per sfuggire alle richieste di donazioni da parte dei partiti politici. Gli uomini d’affari vanno all’estero o spengono i cellulari per evitare le pressioni dei movimenti, bisognosi di soldi per finanziare la campagna per le elezioni del 26 novembre e del 7 dicembre.

Il Nepal andrà al voto per rieleggere l’assemblea federale e quelle provinciali. Alle liste elettorali si sono iscritti 96 partiti. Pashupati Murarka, ex presidente della Federation of Nepalese Chambers of Commerce and Industries (Fncci), ha staccato il telefono per 10 giorni. “Stiamo ricevendo pressioni dai partiti – spiega – che ci chiedono somme superiori alle nostre possibilità. Lo stesso vale per correnti diverse all’interno del medesimo partito”.

Tra coloro che hanno ricevuto richieste di soldi, Ganesh Lath, Pradeep Kediya, Gopal Kediya e Subodh Kumar Gupta. La scorsa settimana tutti sono fuggiti in Indonesia per evitare le richieste dei partiti.

Gli imprenditori che risultano ancora reperibili sono quelli che si sono candidati nelle liste elettorali. Kush Joshi afferma: “Abbiamo aiutato le fazioni alle recenti elezioni locali. Dare altri soldi non è facile. Allo stesso tempo, i leader non stanno creando un contesto favorevole al commercio, cosa che peggiora ancora di più la nostra situazione”. Bhawani Rana, attuale direttrice della Fncci, concorda: “Quanto sta avvenendo riflette la sofferenza e gli stenti della classe imprenditoriale nepalese. Non siamo in grado di proteggere il diritto di fare impresa perché i politici anziani e coloro che vengono eletti come primo ministro non capiscono la nostra situazione e ci costringono a fare donazioni”.

Il settore teme anche l’unificazione dei partiti comunisti, che hanno annunciato di voler creare un Paese socialista con un governo comunista. L’instabilità dei partiti al potere e l’incertezza del settore economico e delle aziende private acuisce la sensazione di precarietà.