Capo della Propaganda del Partito sotto inchiesta per corruzione

Lu Wei, 57 anni, è stato anche capo della sicurezza di internet. Sotto di lui è stata varata la prima legge sul controllo della rete. La campagna anticorruzione ha finora destituito 250 alti membri del Partito e punito quasi 1,5 milioni di quadri e burocrati.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Lu Wei, potente vice-direttore del dipartimento della Propaganda del Partito comunista cinese è sotto inchiesta per “serie violazioni alla disciplina del Partito”: lo ha annunciato ieri la Commissione centrale per l’ispezione disciplinare. La formula è quella standard per indicare crimini di corruzione.

Lu Wei è stato in passato il capo dell’apparato della sicurezza su internet. Secondo notizie di Caixin, in questi giorni, alcuni alti colleghi di Lu, che controllavano i servizi online, sono stati arrestati.

Lu, 57 anni, è nato nell’Anhui e ha lavorato per almeno 20 anni nell’agenzia Xinhua, dapprima a Guilin (Guangxi), poi a Pechino, facendo una carriera sfolgorante.

Nel maggio 2014 egli è divenuto vice-capo del dipartimento della Propaganda, che esercita il controllo ideologico sui quadri e sulla società, rimanendo anche fino al 2016 a guida dell’Amministrazione cinese del cyberspazio. Sotto di lui è stata varata la prima legge sulla sicurezza di internet, che controlla i contenuti della rete.

È rimasto famoso un suo viaggio negli Usa in cui Lu ha incontrato i “guru” di internet, Mark Zuckerberg di Facebook e Tim Cook di Apple (v. foto), ai quali ha spiegato che la Cina ha il suo proprio sistema di sicurezza ed è essa che decide ciò che è sicurezza e ciò che è privato.

E’ stato visto in pubblico l’ultima volta lo scorso 24 ottobre, quando ha visitato Yanan, la “culla della rivoluzione”. Parlando alla televisione locale egli ha sottolineato che occorre “seguire la visione del capo del Partito Xi Jinping” e “mantenere il Dna rosso per fare uso dello spirito rivoluzionario di Yanan”. Tale professione di fedeltà non gli è servito per evitare l’inchiesta.

La campagna "contro le tigri e le mosche" della corruzione in Cina è stata lanciata dal presidente Xi Jinping subito dopo la sua presa di potere nel novembre 2012. Essa mira a punire i funzionari comunisti di qualunque grado, colpevoli di intascare denaro pubblico o tenere uno stile di vita esagerato. Il grande analista politico e dissidente Bao Tong ha però contestato la vera natura di questa campagna, che nasconderebbe solo una resa dei conti interna al Partito.

Finora sono stati destituiti più di 250 alti membri del Partito e puniti circa 1,4 milioni di quadri e burocrati.