Nord Sinai, attacco a fedeli in preghiera in una moschea: almeno 235 morti e 130 feriti

Il più mortale attentato nella penisola da anni. La moschea era nota come luogo di raduno di fedeli sufi.  Il Sinai, teatro di attacchi dell’Isis.


Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) – Almeno 235 persone  sono rimaste uccise e 130 ferite oggi in un attacco ad una moschea nel nord Sinai. Il massacro si è consumato durante la preghiera del venerdì nella moschea al Rawadah, nella città di Bir al-Abed. I militanti islamisti hanno fatto esplodere una bomba sui fedeli, e hanno aperto poi il fuoco.

Nessuno ha ancora rivendicato l’attacco, il più mortale nella penisola del Sinai da anni. Secondo fonti locali le vittime sono musulmani della corrente mistica sufi, che lo Stato islamico (Isis) considera apostati.

Questo attentato non è che l’ennesimo nel contesto delle violenze perpetrate contro le comunità religiose non-islamiche o che predicano un tipo di islam diverso da quello sunnita ufficiale. Nel corso dell’anno la comunità cristiana egiziana è stata oggetto di una serie di attacchi, l’ultimo dei quali l’assalto a un bus di pellegrini copti il 26 maggio scorso, in cui sono morte decine di persone. Le milizie dell’Isis conducono atti di insurrezione soprattutto nell’aspro e per lo più disabitato territorio del Sinai, con l’obbiettivo di rovesciare il governo del presidente Abdel Fattah al-Sisi. Dalla deposizione dell’ex-presidente islamista Mohammed Morsi nel 2013, gli islamisti hanno assassinato centinaia di soldati e forze di polizia.