Kerala, la Chiesa guida una marcia per i pescatori dispersi dal ciclone Ockhi

L’arcidiocesi di Trivandrum, di rito latino, chiede maggiori risarcimenti. Almeno 40 pescatori morti in mare e altri 5656 ripescati in vita. Le autorità devono dichiarare il ciclone “un disastro naturale”.


Trivandrum (AsiaNews/Agenzie) – L’arcidiocesi di Trivandrum, in Kerala, guida la protesta a favore dei pescatori dispersi da più di una settimana. Essi sono scomparsi in mare a causa delle forti raffiche di vento e delle inondazioni provocate dal ciclone Ockhi, che ha investito gli Stati indiani del Kerala e del Tamil Nadu. Il bilancio aggiornato parla di 40 morti recuperati dalle onde e almeno 100 persone ancora disperse. Mons. Maria Calist Soosa Pakiam, arcivescovo locale di rito latino, chiede inoltre che il governo conceda adeguati risarcimenti alle famiglie delle vittime e alla popolazione colpita dal disastro naturale.

Durante l’Angelus del 10 dicembre, papa Francesco ha offerto la sua vicinanza alle famiglie delle vittime del ciclone. Ieri almeno 100mila cattolici, provenienti da tutte le parrocchie dello Stato, hanno marciato per le strade della capitale Thiruvananthapuram, fino a radunarsi davanti al Raj Bhawan (palazzo del governo). Lì hanno pregato e intonato lo slogan “Evite poyi sarkare? Matcha Thozhilali vanilla” (“Oh governo, dove sei finto? Riporta a casa i nostri pescatori dispersi”).

Essi chiedono che le autorità riconoscano gli effetti del ciclone Ockhi come “disastro naturale” e garantiscano assistenza economica per le perdite, da distribuire subito nelle zone colpite. Lanciano anche un appello al premier indiano Narendra Modi, affinchè visiti la zona e prenda provvedimenti. Nel frattempo il Kerala ha annunciato di aver chiesto aiuti per 18,34 miliardi di rupie (circa 242 milioni di euro).

Il ciclone si è abbattuto sulle coste meridionali del Paese il 30 novembre scorso. In tutto, 207 case sono andate completamente distrutte e altre 2753 danneggiate; 5656 pescatori sono stati recuperati in mare e 159 di essi sono ricoverati in ospedale con gravi ferite; le piogge hanno distrutto 2053 ettari di raccolto e messo a repentaglio la vita di oltre 15mila agricoltori.