Amman, le Chiese in marcia contro la decisione di Trump per Gerusalemme

Circa 2mila persone hanno marciato in silenzio, portando candele, foto del re e bandiere. L’opposizione contro la scelta di Trump di riconoscerla capitale di Israele. Gerusalemme è nel cuore di tutti i musulmani; ed è anche radicata in quelli dei cristiani.


Amman (AsiaNews/Abouna.org) – Vescovi e leader delle Chiese nel regno hashemita di Giordania hanno organizzato una fiaccolata silenziosa il 13 dicembre, per protestare contro la decisione dell’amministrazione americana di spostare la propria ambasciata a Gerusalemme e riconoscere la città come capitale di Israele.

La marcia è partita dalla chiesa greco-ortodossa della Presentazione di Gesù al Tempio, e si è diretta fino alla chiesa di Maria di Nazareth, a Sweifieh [distretto occidentale di Amman, ndr]. Alla testa del corteo vi erano il vescovo metropolita di Philadelphia Benedict, il vicario di Giordania del patriarcato latino William Shomali, il vescovo Yasser Ayyash, altri capi e rappresentanti delle varie Chiese giordane, sacerdoti cristiani e leader di istituzioni cristiane nel regno, insieme ad alcune suore.

Fra i  partecipanti vi erano il ministro dei lavori pubblici Sami Halaseh, i parlamentari della camera bassa Tariq Khoury e Nabil Ghisha, in aggiunta alle circa 2mila persone delle varie Chiese giordane.

Innalzando immagini del re Abdullah II e bandiere giordane e palestinesi, i manifestanti hanno ribadito che Gerusalemme è una capitale araba per tutti i musulmani e cristiani. Essi condannano la decisione irresponsabile del presidente americano verso la questione palestinese, che danneggia tutti gli sforzi internazionali condotti negli ultimi 70 anni di conflitto in Terra Santa.

Quando la fiaccolata è arrivata alla chiesa di Maria di Nazareth, il direttore del Centro cattolico di studi e media in Giordania, p. Rifat Bader, ha letto una dichiarazione dei vescovi del regno hashemita, in rappresentanza anche dei parrocchiani, in cui essi respingono in maniera categorica la decisione del presidente Usa Donald Trump, in quanto ingiusta nei confronti dei palestinesi e contraria alle risoluzioni della legittimità internazionale.

Nel comunicato, i vescovi esprimono apprezzamento per le posizioni in difesa della Città santa prese dal re Abdullah II Ben Al Hussein in incontri internazionali, l’ultima delle quali alla Conferenza islamica di Istanbul, dove ha agito nel suo ruolo di custode dei santuari cristiani ed islamici. Gerusalemme è nel cuore di tutti i musulmani; ed è anche radicata nei cuori dei cristiani.