Quetta: sotto controllo i luoghi di culto dopo l’attentato alla chiesa metodista (Video)
di Shafique Khokhar

Ieri l’assalto alla Bethel Memorial Methodist Church costato la vita a nove fedeli che assistevano al servizio liturgico. Lo Stato islamico rivendica l'attentato. Attivisti cristiani e musulmani condannano la violenza e l'estremismo religioso.


Islamabad (AsiaNews) – Il governo del Sindh ha deciso di elevare il livello di sicurezza per tutti i luoghi di culto della provincia pakistana, dopo l’attentato di ieri alla chiesa metodista di Quetta, nel Balochistan, nel quale sono morti nove fedeli e 44 sono rimasti feriti. La decisione arriva a poche ore dall’attacco kamikaze perpetrato alla Bethel Memorial Methodist Church. Ieri due attentatori, di cui uno tra i 16 e i 20 anni, hanno assaltato il luogo di culto cristiano. All’interno della chiesa si trovavano circa 400 fedeli, riuniti in preghiera per il servizio liturgico della domenica. La violenza riaccende le preoccupazioni per la comunità cristiana, soprattutto in vista delle celebrazioni del Natale.

L’attentato è stato rivendicato dallo Stato islamico (Is), sebbene ancora non siano prove evidenti. I video della sorveglianza mostrano che i due uomini hanno tentato di fare breccia all’ingresso del compound, ma sono stati fermati dalla guardia. Dopo aver ucciso il soldato, hanno fatto irruzione nella chiesa: uno di loro è riuscito a farsi esplodere sul portone, il secondo è stato ferito a morte da altri agenti accorsi.

Sohail Anwar Siyal, ministro dell’Interno del Sindh, ha detto che il rafforzamento delle misure di sicurezza serve per sventare le minacce ai luoghi religiosi non musulmani. “Coloro che vogliono distruggere la pace nel Paese – afferma – provocano l’ulcera. L’intera nazione è unita contro i loro nefasti progetti”. In tutto, l’amministrazione prevede di dispiegare 2310 poliziotti a difesa di 1253 siti religiosi delle minoranze, di cui 703 templi indù, 523 chiese, 21 degli ahmadi e sei gurdwara della comunità sikh.

Ad AsiaNews attivisti per i diritti umani, vertici della Chiesa cattolica pakistana e musulmani condannano con forza l’ennesimo attentato contro la minoranza cristiana. Naveed Walter, presidente di Human Rights Focus Pakistan, sostiene di essere “addolorato per l’atroce terrorismo religioso durante il periodo natalizio. Ma i fedeli non sono affatto spaventati e continueranno i loro preparativi e le celebrazioni per l’imminente festività […] Tutti i pakistani devono condannare l’attacco spregevole, a prescindere dalla loro appartenenza religiosa, casta, provincia e affiliazione politica. In caso contrario, il silenzio e le giustificazioni aprono la strada a violenze ancora più brutali. Il nostro sostegno e voce va ai familiari delle vittime innocenti e vulnerabili e alle loro famiglie”.

Hamza Arshad, musulmano, insegnante e giornalista, dichiara: “Tre anni fa l’attacco alla scuola militare di Peshawar [che ha provocato circa 150 morti in maggioranza bambini, ndr] ci ha reso ben consapevoli che l’estremismo religioso è la prima causa del terrorismo. Ma noi continuiamo a collegare il terrorismo a mani straniere, soprattutto India e Afghanistan, e pure l’America. Le fazioni di destra e l’elite politica preferiscono accusare gli altri piuttosto che cercare i veri colpevoli. Anche se le azioni dell’esercito hanno diminuito gli atti di terrorismo, l’estremismo religioso non è andato da nessuna parte. Quanto accaduto negli ultimi due mesi dimostra che esso è in crescita. Varie sfumature di estremismo religioso stanno emergendo come tendenze dominanti. Il Pakistan pagherà a caro prezzo questa noncuranza”.

La Commissione nazionale di Giustizia e pace della Conferenza episcopale pakistana si unisce al coro di denunce. In una dichiarazione congiunta, mons. Joseph Arshad, presidente, Cecil S. Chaudhry, segretario esecutivo, e p. Emmanuel Yousaf, Direttore nazionale, condannano “l’attacco codardo e inumano contro la chiesa e i fedeli innocenti”. Ringraziano anche le forze di sicurezza, che con “la loro pronta risposta hanno impedito che il bilancio fosse ancora più grave” e sottolineano “la necessità di rafforzare le misure di protezione per tutti i cittadini, in particolare durante questo periodo di Natale”. La Commissione ribadisce che “l’incertezza della vita è inevitabile, ma la perdita di vite preziose in questo modo prematuro è in aumento in Pakistan. Preghiamo il nostro Signore Gesù Cristo affinchè egli doni a noi, come nazione, forza, saggezza, tolleranza e pace”.