Lahore, attivista trattenuta per impedirle di commemorare Salman Taseer
di Kamran Chaudhry

Saeeda Diep è direttore esecutivo dell’Institute for Peace and Secular Studies. Organizza ogni anno la veglia di preghiera in ricordo dell’ex governatore del Punjab, ucciso per aver difeso Asia Bibi e contestato le leggi sulla blasfemia. Sacerdote: “I vescovi non si sono mai espressi”.


Lahore (AsiaNews) – Saeeda Diep, famosa attivista pakistana, è stata trattenuta ieri dalla polizia di Lahore e tenuta in custodia all’interno del proprio ufficio per sette ore. Così gli agenti hanno impedito che organizzasse la veglia di preghiera per commemorare il settimo anniversario dell’assassinio di Salman Taseer, ex governatore del Punjab ucciso dalla sua guardia del corpo nel 2011 per aver difeso Asia Bibi e contestato la “legge nera” sulla blasfemia.

Diep, direttore esecutivo dell’Institute for Peace and Secular Studies, è una strenua sostenitrice dei diritti umani. Solo pochi giorni fa aveva difeso i cinque intellettuali e blogger scagionati dall’accusa di “blasfemia sui social network”. Ad AsiaNews racconta che ieri, “intorno alle 3.30 del pomeriggio, circa 20 poliziotti sono entrati nel mio studio e lì sono rimasti fino alle 10 di sera. Hanno anche recintato la mia casa. Sostenevano che gli imam mi avrebbero ucciso se avessi organizzato l’evento”. “Tutto questo è patetico – lamenta – perché nessun membro della società civile o amico ha provato ad avvicinarsi a me”.

Non è la prima volta che le autorità di sicurezza tentano di impedire la sua attività umanitaria. Nel 2015 è stata aggredita al Liberty Roundabout di Lahore durante una veglia di preghiera per Taseer. Da quel momento, tutti gli eventi che lei organizza sono sempre decisi di comune accordo con la polizia. “Anche quest’anno – riferisce – ho richiesto la sorveglianza al Liberty Roundabout. La nostra organizzazione tiene ogni anno il raduno di preghiera in solidarietà con i principi di tolleranza, giustizia e umanità, su cui Salman Taseer aveva impostato la propria vita. L’assemblea pacifica rientrava nel nostro diritto di esprimerci con libertà”.

Secondo la donna, “la tragedia dell’ex governatore del Punjab ha cambiato molto le persone. Le idee sono a prova di proiettile. Egli parlava per le comunità di emarginati, mentre di solito i leader del Paese tacciono su questi argomenti”.

Gli sforzi dell’attivista sono riconosciuti a livello nazionale. Anche Shaan Taseer, figlio del governatore assassinato, loda il suo impegno. In un post su Facebook ha scritto: “Come sempre, eterna ammirazione dei nostri compagni e patrioti come Diep. Come nel 1983 il nome di mio padre impauriva il generale Zia, il suo fa temere oggi i figli del generale”.

P. Abid Habib, ex presidente della Conferenza dei superiori maggiori (Major Superiors Leadership Conference of Pakistan), condanna quanto avvenuto in occasione dell’anniversario della morte di Taseer. “È una vera sfortuna – afferma –. Taseer è morto per aver parlato di Asia Bibi. I cristiani e tutta la comunità devono portare avanti la sua eredità. I vescovi non si sono mai espressi. La lotta contro le ‘leggi nere’ sulla blasfemia non è solo per le minoranze religiose, ma è necessaria per salvare il Paese”. Sulla partecipazione alle veglie di commemorazione per il governatore, sostiene: “Pochi cristiani vi partecipano. Il prossimo anno la Chiesa dovrebbe ricordare in maniera ufficiale Salman Taseer e organizzare l’evento. Cercherò di motivare i vescovi”.