Attivista di Colombo: la polizia, responsabile di gravi violazioni dei diritti umani
di Melani Manel Perera

Nei primi nove mesi del 2017, registrate oltre 5mila denunce, di cui 1174 a carico di agenti. Sotto accusa il metodo di detenzione e le torture durante gli interrogatori. La mancanza di risorse provoca lentezza della giustizia.


Colombo (AsiaNews) – La polizia dello Sri Lanka “ha violato in modo grave i diritti umani della popolazione”. Lo dichiara Deepika Udagama, presidente della Commissione diritti umani (Hrc, Human Rights Commission of Sri Lanka). L’attivista è intervenuta alla prima conferenza stampa dell’istituto, organizzata a Colombo lo scorso 4 gennaio. Ai presenti ha detto che nei primi nove mesi del 2017 la Commissione ha ricevuto 5614 denunce, di cui “1174 contro l’operato degli agenti, responsabili di crimini come la detenzione illegale e la tortura”. Ella ha anche evidenziato la mancanza di risorse per far fronte all’elevato numero di denunce e sottolineato che “la legge deve essere applicata a tutti i cittadini alla stessa maniera”.

Secondo la presidente della Hrc, “dal punto di vista del rispetto dei diritti umani, ci sono stati dei miglioramenti. Ci sono libertà di pensiero e libertà di riunione ed è quasi scomparsa la cultura della paura. Ma le difficoltà più rilevanti derivano dalla condotta della polizia durante la detenzione e le fasi dell’interrogatorio”. Nel dettaglio, tra gennaio e settembre 2017, la Commissione ha registrato 249 casi di tortura, 298 per detenzione arbitraria e 323 casi di minacce.

Udagama fa notare che le raccomandazione della Commissione “non hanno grande risonanza sui media. Uno o due canali televisivi che ne parlano non possono migliorare da soli la situazione nel Paese. Tutti hanno la responsabilità di aiutare il nostro ufficio”. La Corte suprema, aggiunge, “sta emettendo sentenze molto importanti sulle questioni che riguardano i diritti fondamentali, come i casi di arresto, detenzione, tortura, crimini sessuali e sparizioni [forzate]. Queste notizie devono essere riportate in prima pagina, e non in terza o quarta. Chiediamo a tutti i media di dare la giusta copertura, perché tali sentenze possono davvero fare la differenza nella protezione legale e costituzionale dei diritti umani fondamentali”.

Altro punto critico da affrontare nel più breve tempo possibile, conclude, “è la mancanza di risorse, non abbiamo abbastanza dipendenti. Questo provoca lunghe attese e non produce un servizio rapido”.