Hanoi, a processo per corruzione 22 alti funzionari e dirigenti

Tra essi Dinh La Thang, ex ministro e membro del Politburo. Il suo arresto ha creato tensioni tra Vietnam e Germania. Trin Xuan Thanh, ex presidente di PetroVietnam, rischia la pena di morte per appropriazione indebita. Sospetti di una resa dei conti all’interno del Partito.


Hanoi (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità vietnamite portano a processo 22 persone incriminate per corruzione e cattiva gestione economica. Esse sono accusate di perdite per milioni di dollari nei settori energetico e bancario del Paese. Tra gli imputati vi sono importanti dirigenti petroliferi ed un ex alto funzionario del Partito comunista destituito di recente.

Dinh La Thang, 57 anni, è stato presidente di PetroVietnam dal 2006 al 2011. Tra il 2011 ed il 2016 ha ricoperto la carica di ministro dei Trasporti e a gennaio 2016 è divenuto membro del Politburo [massimo organo del Partito comunista, ndr], da cui è stato sollevato lo scorso maggio. Egli è l’ultima vittima illustre della lotta alla corruzione messa in atto dal governo, che secondo analisti politici rivela una lotta interna all’esecutivo. Egli è accusato di cattiva amministrazione economica, poiché avrebbe causato perdite per 35 milioni di dollari Usa in investimenti delle compagnie petrolifere nella Ocean Bank.

Lo scorso agosto, la Germania ha accusato Hanoi di aver fatto rapire Thanh in un parco di Berlino e di averlo riportato a forza in patria, per affrontare le accuse. L'incidente ha creato tensioni diplomatiche tra i due Paesi, anche se il Vietnam ha dichiarato che Thanh ha fatto ritorno a casa volontariamente.

Insieme a Thang, tra gli imputati del processo cominciato lo scorso 8 gennaio vi è Trin Xuan Thanh, anch’egli ex presidente del colosso energetico di Stato. L’uomo d’affari, 51 anni, è accusato di appropriazione indebita e rischia la pena di morte, se condannato.

A fine dicembre 2017, ha destato scalpore anche l’arresto a Singapore di un tycoon del settore immobiliare, ricercato in Vietnam con l'accusa di spionaggio. Phan Van Anh Vu, 42 anni, aveva fatto domanda di asilo in Germania prima del suo rientro forzato in Vietnam, dove rischia la condanna a morte per “aver rivelato segreti di Stato”. In fuga dopo la notifica dell'accusa, Vu è stato fermato a Singapore alla fine di dicembre mentre tentava di attraversare il confine con la Malaysia con un passaporto revocato dalle autorità vietnamite.

Ex alto funzionario dell'intelligence, Vu intratteneva stretti legami con l'ex membro del Comitato centrale del Partito comunista Nguyen Xuan Anh, rimosso dal suo incarico nell'ottobre 2017 nell’ambito di una retata anticorruzione.