Madhya Pradesh, scuola cattolica ritira la denuncia contro i radicali indù

Il St. Mary Post Graduate College di Vidisha era stato aggredito da giovani nazionalisti. Alti funzionari si sono impegnati nel “rispetto dei principi costituzionali di garanzia delle minoranze”. Nella scuola studiano oltre 9500 studenti, in maggioranza indù.


Vidisha (AsiaNews) – Il college cattolico di Vidisha (in Madhya Pradesh) che per settimane è stato minacciato dai radicali nazionalisti che volevano celebrare all’interno un rito indù, ha deciso di ritirare la denuncia contro i persecutori. Lo riporta mons. Theodore Mascarenhas, segretario generale della Conferenza episcopale indiana (Cbci), che ringrazia le autorità dello Stato e alcuni alti rappresentanti dell’Unione indiana. Essi hanno assicurato la protezione dell’istituto cattolico nei momenti più tesi della vicenda. A prevalere, sottolinea, è stato il buon senso e il rispetto dei principi costituzionali di garanzia delle minoranze. In futuro spera che l’esempio delle autorità del Madhya Pradesh “venga ripetuto e seguito da tutti i distretti e da quegli Stati in cui i cristiani sono minacciati”.

Nel documento diffuso dal segretario dell’episcopato i cattolici sperano che le amministrazioni “agiscano e prevengano l’azione indiscriminata di gruppi che vogliono prendere la legge nelle proprie mani, creando disarmonia nella società. Il nostro staff e i nostri studenti sono sollevati e si augurano di continuare in maniera pacifica il compito che è stato affidato loro, cioè insegnare e apprendere”.

La vicenda del St. Mary Post Graduate College risale al 30 dicembre scorso, quando circa 70 attivisti dell’Akhil Bharatiya Vidyarthi Parishad (Abvp), ala giovanile del Bjp [Bharatiya Janata Party, partito nazionalista indù al governo], si sono presentati a scuola. Volevano entrare e compiere il “Bharat Mata Aarti”, un rituale votivo dedicato alla “Madre India”. Di fronte al rifiuto dell’istituto, i radicali sono tornati il 4 gennaio in più di 700. Ad attenderli, poliziotti inviati dal ministro dell’Interno.

Mons. Mascarenhas, che per primo è accorso per mediare tra la scuola e i fondamentalisti, riferisce che “tutto lo staff del college e gli oltre 9500 studenti che studiano all’interno, erano d’accordo sul fatto che il culto indù non fosse né necessario né accettabile. Piegarsi al volere della folla avrebbe messo a rischio la gestione dell’istituto e danneggiato lo stile di vita democratico”.

Vista la situazione incandescente e i passati rifiuti della polizia di registrare le denunce, la direzione “è stata costretta a presentate una writ petition [petizione ingiuntiva con cui si ha accesso al tribunale, ndr] all’Alta corte del Madhya Pradesh”. I giudici si sono riuniti il 15 gennaio e assicurato protezione alla scuola. Promessa che il giorno successivo – in cui si prevedevano nuove proteste dei nazionalisti – è stata mantenuta. I poliziotti hanno trattenuto in custodia preventiva 32 potenziali agitatori.

Visto il sostegno ricevuto in questa vicenda, per non esacerbare gli animi e nel tentativo di riconciliazione sociale, la scuola ha deciso di non portare avanti le accuse contro i radicali. I cattolici ringraziano coloro che ci sono adoperati per la risoluzione pacifica dell’incidente.