Dopo 353 giorni di prigione, la corte d’appello rilascia l’erede di Samsung

Sollevato da diversi capi d’accusa. Secondo il giudice, egli è stato coinvolto nello scandalo di clientelismo in modo passivo. La “principale responsabile” è la ex-presidente Park, che ha abusato del proprio potere.


Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Lee Jae-yong, vicepresidente ed erede di Samsung, è stato rilasciato ieri dopo che la Corte d’appello ha ribaltato una precedente pronuncia che lo giudicava colpevole di corruzione. Lee era finito al banco degli imputati durante lo scandalo che aveva portato alla rimozione dell’allora presidente sudcoreana Park Geun-hye.

Insieme a lui sono stati rilasciati anche quattro membri dell’esecutivo del gigante tecnologico, fra cui Choi Gee-sung e Jang Choong-ki.

Il giudice Cheong Hyung-sik ha ridotto l’originale pena di cinque anni a due anni e mezzo, sospesa per quattro anni. Questo significa che l’erede di Samsung non dovrà scontare altri periodi di carcere, a meno che non si renda responsabile di altri reati.

Lee è rimasto in prigione per 353 giorni per aver “offerto” 43.3 miliardi di won (circa 32 milioni di euro) a Park e alla sua amica e consigliera Choi Soon-sil in cambio di favori politici per consolidare il proprio controllo sul gruppo Samsung, mentre si deterioravano le condizioni di la salute del padre, il direttore Lee Kun-hee.

A differenza di quella emessa dalla corte inferiore, la nuova sentenza afferma che Lee non ha cercato favori illeciti per avanzare i suoi interessi come leader del gruppo per motivi economici, e che il marchio sotto la sua direzione non aveva alcuna ragione per chiedere particolare favori alla presidente.

La corte ha tuttavia definito “tangente” i 3.6 miliardi di won che Lee diede a sostegno della figlia di Choi, Chung Yoo-ra, residente in Germania. Questa somma era costata a Lee l’imputazione di nascondere soldi all’estero – accusa da cui ieri è stato assolto, poiché non vi è prova che questi fondi fossero stati usati per scopi personali.

Secondo il parere del giudice, Park e Choi si sono rese colpevoli di estorsione, mentre Lee si sarebbe limitato ad eseguire le loro richieste in modo passivo. “La principale responsabile in questo scandalo di clientelismo è Park, che è stata negligente nei suoi doveri e ha abusato del potere da lei investito dalla Costituzione e dal popolo, e ha permesso a un privato come Choi di beneficiarne”.