Navi turche bloccano piattaforma italiana in acque cipriote
di NAT da Polis

La struttura della Saipem conduce le sue esplorazioni in base alla licenza del governo cipriota, per la localizzazione di gas naturale e idrocarburi. La Turchia contesta  i trattati firmati dal governo cipriota con israeliani ed egiziani, in quanto ritiene che ledano gli interessi dei turco-ciprioti. Ma si ritiene che la Turchia sfrutti l’elemento turco cipriota per avere il controllo del gas di quelle parti del Mediterraneo.

 


Istanbul (AsiaNews) – Navi della marina militare turca hanno nuovamente fermato una piattaforma della società italiana Saipem, minacciando di affondarla. L’episodio è avvenuto ieri 25 miglia a sudest di Cipro, nel “blocco 3” della zona di sfruttamento economico della repubblica cipriota.

La struttura della Saipem aveva cercato di riprendere le sue esplorazioni in base alla licenza del governo cipriota, per la localizzazione di gas naturale e idrocarburi.

Il comandante italiano della piattaforma Saipem, con una manovra ha evitato lo scontro tra la piattaforma e la nave della marina militare turca.

E’ la seconda volta che la marina militare turca impedisce alla piattaforma della Saipem di procedere all’ esplorazione dei fondali  marini nella zona  economica marittima, nel cosiddetto blocco 3.

Un analogo episodio era accaduto nella stessa zona di mare una settimana fa, quando la marina militare turca aveva avvisato il comandante della piattaforma Saipem di non proseguire alle ricerche, in quanto erano in corso attività militari. Con lo scadere del divieto, la piattaforma ha provato a riprendere la sua attività.

In seguito a questi fatti la piattaforma Saipem si è allontanata, mentre il divieto di esplorazioni è stato esteso dalla Marina turca sino al 10 marzo.

Del grave episodio sono stati informati i capi degli Stati membri dell’Unione europea, in riunione a Bruxelles, in quanto Cipro è membro dell’ UE, mentre ieri pomeriggio si sono incontrati il presidente cipriota Anastasiadis e il primo ministro italiano Gentiloni .

Le zone dello  sfruttamento economico marittimo sono state concordate tra i Paesi limitrofi a quell’area del Mediterraneo, secondo i trattati internazionali, cioè in questo caso Cipro, Israele ed Egitto.

Gli esperti ritengono quella parte del Mediterraneo ricchissima di gas naturale e di idrocarburi..

Nella stessa zona continua a fare delle esplorazioni una piattaforma di proprietà della francese Total, che è sempre accompagnata da una nave della marina militare francese.

Sulla stessa zona sta per arrivare anche una piattaforma dell’americana Exon, che ha già firmato le licenze di esplorazione con Cipro , Israele ed Egitto.

La Turchia contesta  i trattati firmati dal governo cipriota con israeliani ed egiziani, in quanto ritiene che ledano gli interessi dei turco-ciprioti. Ma, come si dice a Bruxelles, la Turchia sfrutta l’elemento turco cipriota per avere il controllo del gas di quelle parti del Mediterraneo e diventare l’hub dei rifornimenti verso l’Europa.