Papa: è molto brutto quando la Chiesa fa della casa di Dio un mercato

Il gesto di Gesù che scaccia i mercanti dal tempio mette in guardia dalla tentazione di approfittare di attività buone per interessi privati, se non  illeciti e ci aiuta  “a respingere il pericolo di fare della nostra anima, che è la dimora di Dio, un luogo di mercato, vivendo nella continua ricerca del nostro tornaconto invece che nell’amore generoso e solidale”.


Città del Vaticano (AsiaNews) – “È molto brutto quando la Chiesa scivola in questo atteggiamento, di fare della casa di Dio un mercato”, quando cade nella comune  tentazione di “approfittare di attività buone, a volte doverose, per coltivare interessi privati, se non addirittura illeciti”. E’ “un pericolo” dal quale papa Francesco ha messo in guardia oggi, prendendo spunto dall’episodio evangelico di Gesù che scaccia i venditori dal tempio. Un gesto che ci aiuta “a respingere il pericolo di fare della nostra anima, che è la dimora di Dio, un luogo di mercato, vivendo nella continua ricerca del nostro tornaconto invece che nell’amore generoso e solidale”.

Alle persone presenti in piazza san Pietro per la recita dell’Angelus, infatti, Francesco ha parlato del Vangelo di oggi che mostra Gesù che “scaccia i venditori dal tempio di Gerusalemme (cfr Gv 2,13-25). Egli fece questo gesto aiutandosi con una sferza di cordicelle, rovesciò i banchi e disse: «Non fate della casa del Padre mio un mercato!» (v. 16). Questa azione decisa, compiuta in prossimità della Pasqua, suscitò grande impressione nella folla e l’ostilità delle autorità religiose e di quanti si sentirono minacciati nei loro interessi economici. Ma come dobbiamo interpretarla? Certamente non era un’azione violenta, tant’è vero che non provocò l’intervento dei tutori dell’ordine pubblico. Fu intesa come un’azione tipica dei profeti, i quali spesso denunciavano, in nome di Dio, abusi ed eccessi. La questione che si pose era quella dell’autorità. Infatti i Giudei chiesero a Gesù: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?» (v. 18), come a richiedere la dimostrazione che Egli agiva davvero in nome di Dio”.

“Per interpretare il gesto di Gesù di purificare la casa di Dio, i suoi discepoli si servirono di un testo biblico tratto dal salmo 69: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà» (v. 17). Questo salmo è un’invocazione di aiuto in una situazione di estremo pericolo a causa dell’odio dei nemici: la situazione che Gesù vivrà nella sua passione. Lo zelo per il Padre e per la sua casa lo porterà fino alla croce: il suo è lo zelo dell’amore che porta al sacrificio di sé, non quello falso che presume di servire Dio mediante la violenza. Infatti il ‘segno’ che Gesù darà come prova della sua autorità sarà proprio la sua morte e risurrezione: «Distruggete questo tempio – dice – e in tre giorni lo farò risorgere» (v. 19). E l’evangelista annota: «Egli parlava del tempio del suo corpo» (v. 21). Con la Pasqua di Gesù inizia un nuovo culto, il culto dell’amore, e un nuovo tempio che è Lui stesso”.

“L’atteggiamento di Gesù raccontato nell’odierna pagina evangelica, ci esorta a vivere la nostra vita non nella ricerca dei nostri vantaggi e interessi, ma per la gloria di Dio che è l’amore. Siamo chiamati a tenere sempre presenti quelle parole forti di Gesù «Non fate della casa del Padre mio un mercato!» (v. 16). E’ molto brutto quando la Chiesa scivola in questo atteggiamento, di fare della casa di Dio un mercato. Ci aiutano a respingere il pericolo di fare della nostra anima, che è la dimora di Dio, un luogo di mercato, vivendo nella continua ricerca del nostro tornaconto invece che nell’amore generoso e solidale. Questo insegnamento di Gesù è sempre attuale, non soltanto per le comunità ecclesiali, ma anche per i singoli, per le comunità civili e per le società. È comune, infatti, la tentazione di approfittare di attività buone, a volte doverose, per coltivare interessi privati, se non addirittura illeciti. E’ un pericolo grave, specialmente quando strumentalizza Dio stesso e il culto a Lui dovuto, oppure il servizio all’uomo, sua immagine. Perciò Gesù quella volta ha usato ‘le maniere forti’, per scuoterci da questo pericolo mortale”.