Kuala Lumpur, reclutavano jihadisti sui social: 249 in manette

Il governo monitora 3.871 account di Facebook, mentre altri 800 sono già stati bloccati. Sotto osservazione anche profili Twitter e Instagram. Sono 19 le persone coinvolte nel programma di deradicalizzazione varato dal governo.


Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – Le Forze di sicurezza di Kuala Lumpur hanno arrestato finora un totale di 249 persone, cittadini malaysiani e stranieri, con l’accusa di svolgere attività di reclutamento sui social media per fini terroristici. È quanto dichiara Masir Kujat, vice ministro degli Interni, aggiungendo che 240 degli imputati operavano su Facebook, otto su Twitter ed uno su Instagram.

Durante un’interrogazione parlamentare sull’impegno dell’esecutivo contro la diffusione dell’ideologia jihadista su internet, Masir ha dichiarato ieri che “gli arresti sono il risultato delle indagini di intelligence condotte dalla polizia e delle operazioni di monitoraggio del Counter Messaging Center”. Il centro è stato istituito nel 2016, per frenare l'influenza dello Stato islamico (Is) sugli utenti del web. Il vice ministro ha aggiunto che il governo sta monitorando 3.871 account di Facebook, mentre altri 800 sono stati bloccati. “Su Twitter – ha proseguito Masir – 76 persone sono state poste sotto osservazione e nove profili bloccati”. Le autorità hanno indagato anche altre 72 estremisti per le loro attività su Instagram.

Il governo riferisce che al momento 19 individui, tra cui uno straniero, sono detenuti e sottoposti a un programma di deradicalizzazione ai sensi del Prevention of Terorrism Act 2015 (Pota). “La deradicalizzazione dei terroristi viene sistematicamente attuata attraverso un protocollo integrato che copre aspetti come i valori religiosi, civici, psicologici, familiari e morali. Il successo di questo programma – ha concluso il vice ministro – sarà presto pubblico, non appena i prigionieri rilasciati torneranno alla comunità e dimostreranno di non esser più coinvolti in attività terroristiche”.