Corea del Sud e Usa, esercitazioni militari, ma a 'basso profilo'

“Key Resolve” e “Foal Eagle” cominceranno il 23 marzo e il 1 aprile. Kim Jong-un aveva espresso "comprensione" per la "routine" delle esercitazioni, ai funzionari sudcoreani in visita. Esperto sudcoreano: possibile moneta di scambio ai negoziati


Seoul (AsiaNews/Agenzie) – “Key Resolve” e “Foal Eagle”, le esercitazioni militari congiunte Usa-Corea del Sud  cominceranno il 23 marzo e il 1 aprile. Ne danno annuncio oggi le forze militari di Seoul e Washington.

Di norma, le due esercitazioni si svolgono fra febbraio e marzo. Quest’anno, il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha chiesto ed ottenuto dalla controparte americana di rimandarle a dopo la fine delle Olimpiadi e Paraolimpiadi di PyeongChang, conclusesi lo scorso 18 marzo.

Sebbene si parli di esercizi “coerenti” con quelli del passato, è prevedibile che i due eserciti mantengano un profilo basso per non sabotare la ripresa dei dialoghi con la Corea del Nord; assetti strategici statunitensi come i sottomarini a propulsione nucleare e i bombardieri B-1B non faranno la loro apparizione. La durata di “Foal Eagle” dovrebbe ridursi ad un mese, la metà rispetto allo scorso anno, mentre “Key Resolve” rimarrà di due settimane. Invisa alla Corea del Nord, la prova in mare “Ssangyong” (doppio dragone) si terrà lontano dagli occhi del pubblico.

La ripresa delle esercitazioni fa parte della politica di Seoul di non alleggerire la pressione su Pyongyang a discapito dei dialoghi in corso. È presumibile attendersi dalla Corea del Nord una reazione più controllata delle precedenti: durante la loro visita, Kim Jong-un ha detto ai funzionari sudcoreani che “comprende che la routine delle esercitazioni militari congiunte… deve continuare”.

Secondo Cheong Seong-chang, esperto ricercatore del Sejong Instititute, le esercitazioni potrebbero diventare una moneta di scambio durante le trattative: “In cambio della rinuncia al nucleare, Kim potrebbe richiedere la fine delle esercitazioni militari congiunte, insieme a un trattato di pace e al ritiro delle sanzioni economiche”.