La Chiesa ortodossa promotrice della cultura russa
di Vladimir Rozanskij

Il patriarca Kirill è presidente della “Società delle Lettere russe”, sorta in collaborazione col Ministero della cultura e dell’istruzione.  Lingua e letteratura russe sono lo strumento di coesione della popolazione. Un canone normativo per le scuole. L’attenzione all’insegnamento della lingua per i gruppi etnici caucasici.


Mosca (AsiaNews) - Una delle preoccupazioni principali della Chiesa in Russia, e in particolare del suo patriarca Kirill (Gundjaev), riguarda la salvaguardia e lo sviluppo della lingua e della cultura russa. Secondo la guida spirituale del popolo russo, solo attraverso la valorizzazione del patrimonio di arte, letteratura e storia sarà possibile evitare la perdita dell’identità nazionale e dell’autentica spiritualità, e non finire succubi della cultura secolare dominante nel mondo contemporaneo, in particolare in Occidente.

A questo scopo, il patriarca Kirill ha acconsentito alla proposta del presidente Vladimir Putin, che nel 2016 propose al capo della Chiesa russa di presiedere la nuova “Società delle Lettere russe”, fondata dal Consiglio per la Cultura del Patriarcato insieme al Ministero della Cultura e della Pubblica Istruzione, per coordinare tutte le istituzioni che hanno a cuore lo studio della lingua e della letteratura. Lo scorso 21 marzo, nella Sala delle Conferenze della Cattedrale di Cristo Salvatore, si è tenuta la riunione annuale del Presidium della Società, che dopo un biennio dedicato alle questioni organizzative è ormai pronta a dedicarsi alle attività statutarie, cioè alla promozione dell’autentica cultura russa.

Il patriarca Kirill non è nuovo a iniziative simili; fin dagli anni Novanta, nelle vesti di metropolita di Smolensk e responsabile delle relazioni esterne del Patriarcato, egli fondò il “Consiglio Popolare Russo Universale”, un’associazione a scopo di aggregazione sociale di tutte le forze genuinamente interessate alla rinascita della Russia su basi etiche e religiose ortodosse. Kirill ha mantenuto la direzione del Consiglio anche da patriarca, e con la Società delle Lettere oggi mostra ancora più chiaramente la sua volontà di chiamare tutti i russi a un’opera comune di riscoperta della vocazione storica del popolo russo.

Al Presidium erano presenti ministri, rettori universitari e dirigenti politici regionali, lo stato maggiore dell’Accademia russa delle Scienze, scrittori e giornalisti, insegnanti e imprenditori provenienti da tutta la Federazione russa e da altri Paesi; accanto al patriarca sedeva il vescovo Tikhon (Ševkunov), responsabile del Consiglio culturale del patriarcato di Mosca. Sono stati discussi i nuovi standard di insegnamento della lingua e della letteratura russa a tutti i livelli, visti come strumenti fondamentali per la coesione della popolazione di lingua russa in patria e all’estero. “La conservazione dell’indipendenza nazionale della Russia dipende, come è noto, non soltanto dai mezzi bellici e tecnici – ha osservato il ministro dell’istruzione Olga Vasileva –   ma anche dall’educazione dei cittadini, che hanno bisogno di una comune identità nazionale e culturale e di una coscienza civile patriottica; non a caso la lingua russa e la letteratura, al pari della storia patria, sono richiamati nella Strategia della sicurezza nazionale della Federazione Russa”.

Il controllo sull’insegnamento della storia e della letteratura è perciò uno degli scopi principali delle strutture governative e della stessa Chiesa Ortodossa, e le polemiche dei mesi passati sugli eventi centenari della Rivoluzione hanno mostrato tutta l’urgenza di rafforzare tale dimensione anche a livello normativo, oltre che editoriale e pubblicistico. L’insegnamento delle materie umanistiche, in effetti, è ancora molto condizionato dalle prospettive ideologiche della scuola sovietica, o al contrario lasciato alla libera elaborazione e interpretazione dei singoli insegnanti e delle scuole private sorte negli ultimi 20 anni. Kirill ha quindi sottolineato la necessità di ristabilire il cosiddetto “canone d’oro” della letteratura russa classica, cioè l’insieme di opere da ritenersi come “normative” per lo studio e per la cultura sociale russa. Si tratta, secondo le parole del patriarca, di un “patto sociale” per la cultura tra insegnanti, genitori, scrittori di manuali e di programmi metodologici e tutti coloro che hanno a cuore il processo formativo.

Nel suo intervento il leader spirituale dell’ortodossia russa ha espresso anche le sue preoccupazioni per il basso livello dell’insegnamento della lingua russa nelle zone del Paese abitate da popolazioni di altro ceppo etnico, come nelle regioni caucasiche, e della necessità di sostenere lo studio della cultura patria per i russi “lontani”. Si tratta della cura pastorale per l’intero “mondo russo” in casa e all’estero, di cui la Chiesa mantiene la cura pastorale, educativa e sociale.