Isola di Hainan: turisti stranieri senza visto nelle ‘Hawaii’ cinesi

Le nuove regole in atto dal primo maggio. Si spera di potenziare l’industria del turismo anche con le corse dei cavalli, il gioco d’azzardo, i casinò. In previsione anche un porto di libero scambio.


Pechino (AsiaNews) – Dal prossimo primo maggio, turisti da 59 Paesi del mondo – in maggioranza europei e americani – potranno entrare nell’isola di Hainan senza visto, in modo individuale e per un periodo fino a 30 giorni.

Fino ad ora l’entrata senza visto era permessa per 26 nazioni, ma a condizione di viaggiare in gruppo e solo per 21 giorni. Dalle facilitazioni rimangono ancora esclusi i Paesi africani e tre Paesi del sudest asiatico: Vietnam, Laos e Cambogia. In ogni caso, per viaggiare nel resto della Cina, i turisti dovranno munirsi di un visto prima di partire.

Secondo Xinhua, le nuove regole “potranno espandere l’apertura dell’industria del turismo e attrarre turisti da tutto il mondo”.

L’annuncio dato oggi, segue di poco la visita che il presidente Xi Jinping ha fatto all’isola in occasione del Forum di Boao, varando un pacchetto di riforme che permetteranno all’isola – soprannominata “le Hawaii della Cina” - di diventare un popolare centro turistico mondiale.

Il pacchetto di riforme prevede costruzioni di infrastrutture fra cui ippodromi e centri commerciali, e soprattutto la possibilità – bandita nel resto della Cina – di giocare d’azzardo e partecipare a lotterie diverse. Si prevede che in futuro Hainan possa ospitare anche dei casinò.

Hainan è una zona economica speciale dal 1988, ma l’isola non ha mai avuto la fortuna e lo sviluppo di altre zone, come Shenzhen. Lo scorso anno essa ha attratto poco più di un milione di turisti sui 60 milioni che visitano la Cina. A paragone, Bali (Indonesia), un sesto della superficie di Hainan, nel 2017 ha accolto più di 5 milioni di turisti internazionali.

Fra le prospettive che si aprono con il nuovo piano, vi è il progetto di creare sull’isola un porto di libero scambio entro il 2020; di aprire la provincia agli investimenti stranieri; di bandire in modo graduale l’uso di veicoli con carburanti fossili.