Il governo egiziano autorizza 166 chiese e proprietà ecclesiastiche irregolari

Alle comunità cristiane sono concessi quattro mesi di tempo per espletare le formalità necessarie. Le autorità del Cairo intendono rafforzare norme e politiche a difesa della libera pratica del culto. Il procedimento riguarda 102 chiese e 64 case di preghiera. Restano ancora 3500 luoghi di culto in attesa di regolarizzazione.

 


Il Cairo (AsiaNews) - Il governo egiziano ha approvato un disegno di legge che “regolarizza” almeno 166 chiese o proprietà ecclesiastiche sparse per la nazione; le autorità del Cairo confermano dunque il sostegno verso la minoranza cristiana, oggetto di sanguinosi attacchi nel recente passato per mani di gruppi estremisti islamici.

Secondo quanto riferisce il quotidiano Egypt Today, l’esecutivo della Repubblica araba ha approvato una norma proposta da un comitato nato lo scorso anno per studiare le richieste dei cristiani in materia di luoghi di culto. L’organismo, voluto con forza dai vertici del Cairo, ha fra i propri obiettivi quello di “tutelare le chiese”.

In una nota il governo egiziano conferma “l’approvazione dello statuto legale di 166 chiese e luoghi addetti al culto in diverse province” del Paese, a condizione che “vengano espletate tutte le formalità” del caso “entro i prossimi quattro mesi”. Le autorità, prosegue il documento, intendono rafforzare la legislazione che “consente a tutti gli egiziani il diritto di praticare i riti previsti dalla propria fede” senza limitazioni.

A gennaio l’allora ministro per la Casa e gli alloggi Mostafa Madbouly, che ricopriva anche la carica di premier ad interim, aveva ordinato una accelerazione del processo di approvazione delle richieste di regolarizzazione ancora pendenti. Secondo statistiche ufficiali, ad oggi sono state inoltrate almeno 3730 domande di sanatoria di chiese o luoghi di culto preesistenti. Il processo di approvazione riguarda 102 chiese e 64 case di preghiera. Ad oggi restano ancora più di 3500 edifici in attesa di legalizzazione in Egitto, nazione a larga maggioranza musulmana in cui vivono circa 15 milioni di cristiani.

Prima della riforma del 2016 in materia di luoghi di culto cristiani era difficile ottenere l’approvazione ufficiale per costruire una chiesa o una casa di preghiera. Per questo molti edifici sono stati realizzati con una documentazione parziale o del tutto assente. Statistiche del 2011 indicano che in Egitto vi sono poco meno di 2900 chiese, a fronte di oltre 108mila moschee. La Chiesa copta ortodossa ha raccolto almeno 2500 domande di regolarizzazione dalle varie parrocchie sparse sul territorio; alcune di queste riguardano luoghi di culto che hanno più di 150 anni.

Fra i principali sostenitori della nuova legge che legalizza i luoghi di culto cristiani vi è il presidente Abdel-Fattah al-Sisi; il capo di Stato ha fatto della libertà religiosa e della difesa dei cristiani uno degli slogan della recente campagna elettorale, che lo ha visto vincitore per un secondo mandato alla guida del Paese dei faraoni. Nei giorni scorsi un tribunale militare egiziano ha condannato a morte in primo grado 36 islamici radicali e jihadisti accusati di coinvolgimento in attacchi terroristi a tre chiese egiziane e a un posto di controllo della polizia.