Escluso dal governo, Nikol Pashinian lancia uno sciopero totale

Da oggi sono bloccati strade, aeroporti, metropolitana, ferrovia. Ieri il parlamento non ha votato per l’elezione del leader dell’opposizione a primo ministro. La Russia rimane neutrale; per l’Azerbaijian il Paese è sull’orlo di una “guerra civile”.


Erevan (AsiaNews/Agenzie) – Il leader dell’opposizione Nikol Pashinian ha dichiarato da oggi uno sciopero totale, dopo che il parlamento ha votato contro la sua elezione a primo ministro.

Ieri sera, alle decine di migliaia di sostenitori, radunati nella Piazza della Repubblica, Pashinian ha chiesto di “bloccare le strade, gli aeroporti, la metropolitana, la ferrovia, ogni cosa che può essere bloccata”, pur ribadendo che “la nostra lotta è non violenta, è un atto pacifico di disobbedienza civile”.

Pashinian era appena uscito dal parlamento, dove dopo un dibattito durato circa nove ore, egli non è riuscito ad avere la maggioranza dei voti, sebbene fosse l’unico candidato. Nella discussione, i membri del Partito repubblicano, che contano su 55 voti (su 105 totali), hanno messo in dubbio le sue capacità di leader.

Pashinian, che aveva ricevuto il sostegno di altri partiti, per un totale di 45 voti, aveva bisogno di altri sette voti per la vittoria.

Il Partito repubblicano, guidato da Serz Sargsyan, dimessosi il 23 aprile dietro la pressione popolari, sembra essere tornato indietro su un accordo segreto, andando contro al desiderio della popolazione che vuole “la fine” del dominio dei Repubblicani, accusati, assieme al loro capo di corruzione, nepotismo e tradimento.

La “rivoluzione di velluto” che dalla fine di marzo ha ormai investito tutta la nazione, è guardata con una certa neutralità dalla Russia, alleato storico dell’Armenia, che nel Paese mantiene una base militare, considerandola un “affare interno”. L’Azerbaijian, coinvolta con l’Armenia in un conflitto sulla sovranità del Nagorny Karabakh, teme invece che il Paese sia alla vigilia di una “guerra civile”.