Papa: a Nomadelfia, ‘modello di amore fraterno’ ispirato alla Chiesa delle origini

In una comunità nella quale si tenta di applicare la vita delle prime comunità cristiane Francesco ha sottolineato che “in risposta a una speciale vocazione del Signore, si stabiliscono legami ben più solidi di quelli della parentela. Viene attuata una consanguineità con Gesù, propria di chi è rinato dall’acqua e dallo Spirito Santo e secondo le parole del divino Maestro”.


Città del Vaticano (AsiaNews) – Attuare un “modello di amore fraterno” ispirato alla “Chiesa delle origini” e fondato sulla Legge della fraternità, cioè Nomadelfia. Che è  un comune della Toscana, dove oggi si è recato papa Francesco (nella foto) per rendere visita a una comunità nella quale si tenta di applicare la vita delle prime comunità cristiane: non c’è denaro, non ci sono beni privati, i bambini sono cresciuti in comunità e la comunità cura gli anziani.

Fondata nel 1947 da don Zeno Saltini e comprendente attualmente circa 300 persone, Nomadelfia, visitata nel 1989 da Giovanni Paolo II, “è stato – ha detto Francesco - il sogno e l’obiettivo di tutta l’esistenza di Don Zeno, che desiderava una comunità di vita ispirata al modello delineato negli Atti degli Apostoli”.

“Di fronte alle sofferenze di bambini orfani o segnati dal disagio – ha detto ancora - don Zeno comprese che l’unico linguaggio che essi comprendevano era quello dell’amore. Pertanto, seppe individuare una peculiare forma di società dove non c’è spazio per l’isolamento o la solitudine, ma vige il principio della collaborazione tra diverse famiglie, dove i membri si riconoscono fratelli nella fede. Così a Nomadelfia, in risposta a una speciale vocazione del Signore, si stabiliscono legami ben più solidi di quelli della parentela. Viene attuata una consanguineità con Gesù, propria di chi è rinato dall’acqua e dallo Spirito Santo e secondo le parole del divino Maestro”.

Arrivato a Nomadelfia poco dopo le 8, il Papa, accolto da don Ferdinando Neri, successore di don Zeno, e da Francesco Matterazzo, presidente della Comunità, si è recato al cimitero per una preghiera sulla tomba del fondatore, morto nel 1981. Uscendo dal cimitero Francesco ha partecipato a un incontro con la comunità, segnato da recitazione, canti e danze.

Il Papa, che dopo Nomadelfia visiterà anche la non lontana Loppiano, Cittadella internazionale del Movimento dei Focolari, prima di lasciare i “nomadelfi” ha sottolineato “anche un altro segno profetico e di grande umanità di Nomadelfia: si tratta dell’attenzione amorevole verso gli anziani che, anche quando non godono di buona salute, restano in famiglia e sono sostenuti dai fratelli e dalle sorelle di tutta la comunità. Continuate su questa strada, incarnando il modello dell’amore fraterno, anche mediante opere e segni visibili, nei molteplici contesti dove la carità evangelica vi chiama, ma sempre conservando lo spirito di Don Zeno che voleva una Nomadelfia ‘leggera’ ed essenziale nelle sue strutture. Di fronte a un mondo talvolta ostile agli ideali predicati da Cristo, non esitate a rispondere con la testimonianza gioiosa e serena della vostra vita, ispirata al Vangelo”.