Baku, raid della polizia in una moschea sufi

L’accusa: vi erano dei giovani “impegnati in cerimonie religiose illegali”. Nel Paese le attività religiose devono essere approvate. Vietato l’islam al di fuori del Consiglio musulmano finanziato dallo Stato. Pesanti multe per chi svolge attività religiose illegali. Cresce il ruolo del Comitato per gli affari religiosi.


Baku (AsiaNews/F18) – Gli agenti dei servizi segreti, della polizia e degli affari religiosi hanno fatto irruzione e chiuso un’altra moschea “illegale” dove alcuni giovani erano “impegnati in cerimonie religiose”. Né da notizia Forum 18, ong norvegese per la libertà religiosa.

Lo scorso 23 aprile, le autorità azere sono intervenute in un’azione congiunta contro il luogo di culto situato nel distretto di Qaradag, a Baku. Esso apparterrebbe alla comunità Naqshbandiyya, una delle più importanti confraternite mistiche del sufismo. Poichè esprime la possibilità di un contatto diretto con Dio, il sufismo è visto con sospetto dal sunnismo ed è stato spesso perseguitato.

Al presente, la polizia sta indagando sul proprietario. Il raid e l’ordine di chiusura segue due simili operazioni messe in atto nel distretto di Khazar della capitale, a febbraio. In entrambi i casi, la corte locale ha multato i leader religiosi delle moschee.

In Azerbaijan, sono vietate le attività islamiche al di fuori del Consiglio musulmano, sponsorizzato dallo Stato, seppure non vi sia una normativa specifica. Il governo impone severi controlli su “chi” può professare la propria fede e “dove”: tutte le comunità religiose devono essere registrate prima di poter svolgere le proprie attività, ma alcune di esse ricevono arbitrari rifiuti alla richiesta di registrazione. Le multe per chi svolge incontri religiosi “illegali” sono di norma intorno ai 1.500 manat (740 euro), il corrispettivo di tre mesi di stipendio nel caso di un lavoro formale. Per quanti lavorano nelle aree rurali, una simile cifra ha un peso finanziario di gran lunga più esoso.

Di recente, il Comitato nazionale per gli affari religiosi sta acquistando sempre più importanza: oltre al costante reclutamento di nuovo staff, il direttore Mubariz Qurbanli è uno dei 16 funzionari entrati a far parte del Gabinetto dei ministri.