Madre di un operaio cattolico ucciso: ‘Giustizia per tutte le vittime della polizia’
di Melani Manel Perera

Roshen Chanaka è stato colpito nel 2011 mentre manifestava nella Free Trade Zone. Per la sua vita, la famiglia ha avuto un risarcimento di 15.880 euro. Un giudice ordina che i poliziotti colpevoli vadano a processo, ma finora nessuno è stato incriminato.


Colombo (AsiaNews) – Giustizia per tutte le vittime della polizia in Sri Lanka. È quanto chiede Mary Swarnakanthi, madre di Roshen Chanaka, il giovane operaio cattolico assassinato nel 2011 dagli agenti. Il ragazzo di appena 21 anni è stato colpito mentre partecipava ad una manifestazione dei lavoratori della Free Trade Zone (Ftz) nella zona di Katunayaka. La donna denuncia: “Altri giovani sono rimasti disabili in maniera permanente, riportato ferite e perso il lavoro a causa degli attacchi della polizia. Nessuno ha ottenuto giustizia. Saremo soddisfatti solo quando gli sarà concessa”.

Il 30 maggio 2011 migliaia di operai della Free Trade Zone avevano organizzato una protesta contro il nuovo schema pensionistico. La manifestazione è degenerata, e negli scontri con la polizia è rimasto vittima Roshen Chanaka; altre 260 persone sono rimaste ferite. Nei mesi seguenti, molti giovani hanno perso il lavoro a causa delle troppe assenze mentre erano in ospedale. Solo in pochi hanno ricevuto qualche aiuto economico. Due di loro, Dhammica e Lasantha, hanno perso l’uso delle gambe. 

Il primo giugno scorso la signora Mary, grazie all’aiuto di alcuni attivisti, ha consegnato una petizione alla Commissione diritti umani dello Sri Lanka (Hrcsl). Il documento chiede un’indagine indipendente, risarcimenti adeguati e pene per i colpevoli. “Per la vita spezzata di mio figlio – riferisce – la mia famiglia ha ricevuto tre milioni di rupie [15.880 euro, ndr] dal presidente del Paese, dall’ufficio per gli investimenti e dal dipartimento di polizia. Ma questa somma di denaro non riuscirà mai a consolare il dolore della perdita. I suoi fratelli e sorelle ne sentono la mancanza tutti i giorni”.

Per anni, la madre ha dato vita ad una protesta silenziosa davanti all’ingresso principale della Ftz dove è stato ucciso suo figlio. Grazie agli sforzi della signora Mary e al sostegno di tanti amici e attivisti, la famiglia dell’operaio cattolico ha ottenuto dal governo dell’ex presidente Mahinda Rajapaksa che l’ex giudice Mahanama Thilakaratne indagasse sugli incidenti del 2011. Egli “ha stabilito che le vittime devono essere risarcite e i poliziotti devono andare a processo, qualunque sia il loro grado”. “Ma finora – conclude Mary – nessuno è stato portato davanti alla legge e le vittime attendono che sia fatta giustizia”.