Sri Lanka, condannato un monaco buddista. Minacciava la moglie di un giornalista scomparso
di Melani Manel Perera

Sandhaya Priyangani Eknaligoda è stata aggredita in maniera verbale il 25 gennaio 2016 nel complesso del tribunale di Homagama. Il marito è un famoso vignettista politico sparito nel 2010. Il tribunale impone carcere e multe a risarcimento della donna.


Colombo (AsiaNews) – Sei mesi di carcere duro, oltre al pagamento di due multe per un totale 4.500 rupie [24 euro, ndr]. È quanto ha stabilito un tribunale dello Sri Lanka, che ha condannato per minacce e intimidazioni un monaco buddista radicale. L’imputato è Galagodaaththe Gnanasara Thero, segretario generale della Bodhu Bala Sena Organisation, colpevole di aver aggredito in maniera verbale Sandhaya Priyangani Eknaligoda. La donna è la moglie di Prageeth Eknaligoda, giornalista e vignettista politico sparito il 24 gennaio del 2010

Dell’intellettuale si sono perse le tracce alla vigilia delle elezioni politiche che segnarono il trionfo di Mahinda Rajapska sul generale Sarath Fonseka. Prageeth lavorava per una testata online indipendente che sosteneva la candidatura di Fonseka, e per questo la famiglia ha sempre accusato i sostenitori di Rajapaksa di aver organizzato il sequestro. Per ottenere giustizia, ma anche solo per sapere la verità sulla sua sorte, da anni la donna conduce una campagna di sensibilizzazione.

L’aggressione contro la signora risale al 25 gennaio 2016, quando Sandhaya è stata minacciata nel tribunale di Homagama. La sentenza del magistrato distrettuale Udesh Ranatunga è stata emessa ieri. Il giudice riconosce la colpevolezza del monaco per due reati. Per il primo (le minacce), lo condanna al pagamento di 3mila rupie [16 euro], per il secondo capo d’imputazione (intimidazione), ha stabilito un’ammenda di 1.500 rupie [8 euro]. Inoltre, il tribunale ha deciso un ulteriore risarcimento per Sandhaya, del valore di 50mila rupie [quasi 271 euro, ndr]. Nel caso in cui il monaco dovesse rifiutarsi di pagare, è previsto un incremento della detenzione pari a tre mesi.

Ad AsiaNews Sandhaya gioisce per il verdetto: “Sono felice per questa sentenza. Con tale decisione possiamo ancora avere fiducia che in futuro a tutte le vittime sarà data giustizia. Non mi interessa quanti mesi [il monaco radicale] dovrà scontare dietro le sbarre, né l’ammontare della multa. Sono davvero soddisfatta che la corte abbia accolto la mia denuncia”.