Papa: chiedere a Dio la grazia di saper amare il nostro nemico

Capiamo che "dobbiamo perdonare i nemici", anche se non è facile, e anche "pregare per gli altri", per "quelli che ci danno difficoltà". “Ma pregare per quelli che vogliono distruggermi, i nemici, perché Dio li benedica: questo è veramente difficile”. Eppure tanti lo hanno fatto tra i “cristiani mandati in Siberia” e ad Auschwitz.


Città del Vaticano (AsiaNews) – Chiedere a Dio la grazia di saper amare il nostro nemico. E’ l’esortazione al centro dell’omelia della messa che papa Francesco ha celebrato stamattina a Casa santa Marta, prendendo spunto dal passo del Vangelo di Marco (5,43-48), nel quale Gesù dice ai discepoli: “amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori”.

Capiamo, ha osservato Francesco, che "dobbiamo perdonare i nemici", "lo diciamo tutti i giorni nel Padre Nostro; chiediamo perdono come noi perdoniamo: è una condizione …", anche se non facile. Così anche "pregare per gli altri", per "quelli che ci danno difficoltà", "che ci mettono alla prova: anche questo è difficile, ma lo facciamo. O almeno, tante volte siamo riusciti a farlo". “Ma pregare per quelli che vogliono distruggermi, i nemici, perché Dio li benedica: questo è veramente difficile da capire. Pensiamo al secolo scorso, i poveri cristiani russi che per il solo fatto di essere cristiani erano mandati in Siberia a morire di freddo: e loro dovevano pregare per il governante boia che li mandava lì? Ma come mai? E tanti lo hanno fatto: hanno pregato. Pensiamo a Auschwitz e ad altri campi di concentramento: loro dovevano pregare per questo dittatore che voleva la razza pura e ammazzava senza scrupolo, e pregare perché Dio li benedicesse! E tanti lo hanno fatto”.

E' la "logica difficile" di Gesù che, nel Vangelo, è racchiusa nella preghiera e nella giustificazione di quelli che "lo uccidevano" sulla Croce: “perdonali, Padre, non sanno cosa fanno”. Gesù chiede perdono per loro, come fa al momento del martirio, anche Santo Stefano. “Ma quanta distanza, un’infinita distanza fra noi che tante volte non perdoniamo piccole cosine, e questo che ci chiede il Signore e di cui ci ha dato esempio: perdonare coloro che cercano di distruggerci. Nelle famiglie è tanto difficile, a volte, perdonarsi i coniugi dopo qualche disputa, o perdonare la suocera, anche: non è facile. Il figlio, chiedere il perdono al papà, è difficile. Ma perdonare coloro che ti stanno ammazzando, che vogliono farti fuori … Non solo perdonare: pregare per loro, perché Dio li custodisca! Di più: amarli. Soltanto la parola di Gesù può spiegare questo. Io non riesco ad andare oltre”.

E' dunque una "grazia" da chiedere quella di "capire qualcosa di questo mistero cristiano e essere perfetti come il Padre che tutti i suoi beni dà ai buoni e ai cattivi". “Ci farà bene, oggi - ha concluso - pensare a un nemico – credo che tutti noi ne abbiamo qualcuno – uno che ci ha fatto del male o che ci vuole fare del male o che cerca di fare del male: a questo. La preghiera mafiosa è: ‘Me la pagherai’. La preghiera cristiana è: ‘Signore, dagli la tua benedizione e insegnami ad amarlo’. Pensiamo ad uno: tutti noi ne abbiamo. Pensiamo a lui. Preghiamo per lui. Chiediamo al Signore di darci la grazia di amarlo”.