Hong Kong vuole bandire il partito pro-indipendenza per compiacere Pechino

La polizia si è presentata alla casa del fondatore Andy Chan, che ha 21 giorni per dimostrare “perché il partito non dovrebbe essere messo fuorilegge”. La decisione si appella a un'ordinanza degli anni ’90 che mette a bando le associazioni che “minano l’ordine pubblico”.


Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) - Il governo di Hong Kong sta discutendo in questi giorni sulla messa a bando del partito pro-indipendenza. Il portavoce e fondatore Andy Chan dichiara di aver ricevuto una notifica da parte della polizia. Se l’ordinanza dovesse essere attuata sarà illegale essere membro del partito, agire per suo conto o raccogliere fondi. La pena potrebbe arrivare fino a tre anni di reclusione e 12mila dollari di multa.

Il responsabile della sicurezza  di Hong Kong John Lee dichiara che i pro-indipendenza hanno 21 giorni per fare appello contro l’ordinanza e dimostrare perché “non dovrebbero essere messi fuori legge”. “A Hong Kong abbiamo libertà di associazione, ma questo diritto non è senza restrizioni” afferma Lee. “Il partito potrebbe essere messo al bando nell’interesse della sicurezza nazionale”.

Limitazioni politiche possono essere attuate per ragioni elencate nella Carta dei diritti, come “la sicurezza nazionale o la sicurezza pubblica, l’ordine pubblico, la protezione della salute pubblica, morale o protezione dei diritti e delle libertà altrui” spiega Lee.

Ai sensi dell'articolo 8(1) (a) dell'Ordinanza sulle società, il Responsabile delle Società può raccomandare al segretario della sicurezza di vietare una società se sussistono problemi di sicurezza nazionale o se si violano i diritti di altri. Sarebbe la prima volta dal 1997, passaggio di Hong Kong alla Cina, che la sezione della legge verrebbe utilizzata.

L’attivista pro-democrazia Joshua Wong afferma che la minaccia mostra il vero volto dell’ingerenza cinese nell’ex territorio britannico: “Siamo entrati in una nuova era di ‘terrore bianco’, in cui pensieri e parole possono valere un’accusa di sovversione dell’ordine statale”. E continua: “Negli ultimi anni, il governo di Hong Kong ha usato la scusa di proteggere la sicurezza nazionale per manipolare le procedure amministrative e mettere a tacere i dissidenti, come la sospensione delle procedure di registrazione delle società per determinati partiti politici e l’esclusione dei candidati”.

Il partito pro-indipendenza è stato fondato nel 2016 per difendere l’indipendenza di Hong Kong. Quell’anno fu escluso dalle elezioni legislative. Mentre negli ultimi due anni non ha ricevuto l’autorizzazione per tenere manifestazioni pubbliche o proteste.

Chris Patten, ultimo governatore inglese di Hong Kong spiega: “Abbiamo tentato di riformare l’ordinanza sugli ordini pubblici negli anni ’90. Era chiaro che le definizioni vaghe nella legislazione lasciano spazi a degli abusi. È deludente vedere che la legislazione viene ora utilizzata politicamente per esprimere sentenze estreme contro i pan-democratici e altri attivisti”.