Gaza, cessate-il-fuoco dopo una giornata di violenze

Per tutta la giornata di ieri vi sono stati raid aerei israeliani e raffiche di armi da fuoco. Hamas ha lanciato tre razzi. Un soldato israeliano è morto per le ferite riportare da alcuni colpi. I morti palestinesi sono quattro. Inviato dell’Onu: Fermarsi immediatamente dal precipizio.


Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Da questa mattina, sembra tenere il cessate-il-fuoco dichiarato da Hamas nella notte e mantenuto – anche se non dichiarato da Israele, dopo una giornata di violenze che hanno portato alla morte di un soldato israeliano e di quattro palestinesi

Secondo il ministero della sanità di Gaza, due palestinesi sono stati uccisi a Khan Younes, nel sud della Striscia, presso un posto di osservazione di Hamas. La terza vittima è stata uccisa a Rafah; la quarta presso la frontiera est della città di Gaza. Il comando militare di Hamas definisce gli uccisi dei “combattenti”, ma solo tre di essi erano membri del movimento islamista militante che controlla la Striscia.

Ieri in serata è morto il soldato israeliano, colpito da alcuni tiri sparati alla frontiera. E’ il primo israeliano ucciso dal 30 marzo, da quando i palestinesi di Gaza manifestano ogni venerdì contro il blocco israeliano e per il ritorno dei profughi. In questi mesi sono stati uccisi oltre 100 palestinesi.

Per ritorsione, ieri Israele ha continuato raid aerei e raffiche di armi da fuoco. Hamas ha risposto con il lancio di tre razzi, che non hanno fatto danni.

Il ministro israeliano della Difesa, Avigdor Lieberman, ha dichiarato che se Hamas continuerà a lanciare razzi, “Israele reagirà con ancora più durezza”. Alcuni analisti pensano che Israele stia progettando un'operazione militare dentro la Striscia.

L’inviato Onu per il Medio oriente, Nickolay Mladenov, ha lanciato un appello chiedendo che “ciascuno sulla banda di Gaza si allontani dal precipizio. Non la settimana prossima. Non domani. Immediatamente”.

Lieberman ha definito “scontri violenti” le manifestazioni che avvengono al confine, che in realtà sono state pacifiche, sebbene fra i manifestanti vi sono alcuni che innalzano aquiloni incendiari.

Secondo la Stato ebraico essi hanno provocato incendi su 2600 ettari di terra israeliana. In questa settimana l’esercito ha deciso di aprire il fuoco contro chi lancia gli aquiloni.