Haryana, famiglie indù si convertono al cristianesimo: rischiano l’emarginazione
di Nirmala Carvalho

I neo-convertiti appartengono alla comunità indù Agrawal, che non tollera le conversioni religiose. Convocata una riunione d’emergenza del villaggio per decidere come trattare i “disobbedienti”. Nello Stato i cristiani rappresentano lo 0,17% della popolazione.


Mumbai (AsiaNews) – Un gruppo di famiglie dell’Haryana, nel nord dell’India, ha abbracciato la religione cristiana e per questo rischia l’emarginazione e l’esclusione dalla società. È quanto lamenta ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic). Infatti non appena nel villaggio si è diffusa la notizia della loro conversione, è stata convocata una riunione d’emergenza per decidere come affrontare la questione e trattare i cristiani. Il messaggio diffuso dopo la riunione è stato chiaro: “Non consentiremo a nessuno di [compiere] il male, cioè il cambio di religione”.

Il caso è emerso nel distretto di Sonepat, dove vive la comunità indù Agrawal, diffusa soprattutto negli Stati del nord dell’India. Ieri, spiega il leader cristiano, “è stato convocato un comitato di 11 membri con il compito d’indagare i motivi che hanno spinto le famiglie alla conversione”. In tutto,” quattro nuclei familiari hanno presentato i documenti necessari [una dichiarazione del sacerdote e controfirmata dal singolo fedele che attesta che la conversione è stata una scelta libera e non imposta – ndr], mentre altre famiglie li stanno preparando”.

I capi del villaggio, continua Sajan K George, “non hanno apprezzato la scelta delle famiglie e la definiscono ‘maligna’. Inoltre sostengono che ai membri della società non è consentito convertirsi ad altri culti e che coloro che hanno deciso di cambiare religione dovranno tornare sui loro passi e spiegarne i motivi. Poi hanno detto che non verranno tollerate le conversioni compiute di nascosto”.

Secondo il presidente del Gcic, questi incontri di villaggio hanno uno scopo intimidatorio nei confronti dei membri che osano infrangere le regole. “Spesso – spiega – la comunità li impone per mantenere la disciplina di chi trasgredisce la tradizione. Ciò ha l’effetto di indebolire le vulnerabili famiglie cristiane che vogliono abbracciare Cristo come nostro Signore e Salvatore”. Coloro che “sfidano i diktat della comunità alla fine sono sottoposti ad emarginazione e boicottaggio sociale. Lo stesso avviene negli Stati di Chattisgarh e Jharkhand, dove i cristiani sono costretti ad affrontare l’agonia dell’esclusione. Il trauma dell’ostracizzazione da parte della famiglia è difficile da affrontare e nemmeno la protezione delle leggi civili offrono un adeguato sostegno alle vittime”.

Sajan George evidenzia un paradosso: “Il censimento sulle religioni del 2011 documenta che i cristiani costituiscono appena lo 0,17% della popolazione dell’Haryana. In questo modo i dati del governo rivelano che l’accusa di conversione [forzata] è costruita e falsa. L’India è un Paese laico con garanzie costituzionali”.