Il Cairo, per l’omicidio del vescovo copto fermato un ex monaco

Gli inquirenti hanno disposto il fermo di Wael Saad, cacciato dall’ordine nei giorni successivi all’uccisione del vescovo Epiphanios. Egli resterà in custodia cautelare in carcere in attesa della formalizzazione dell’accusa. Al momento resta ignoto il movente. L’uomo avrebbe colpito il vescovo alla testa con un palo di ferro.

 


Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) - Per l’omicidio del vescovo copto ortodosso Anba Epiphanios, priore del monastero di San Macario a Wadi Natrun ucciso a fine luglio, il pubblico ministero egiziano ha fermato un ex monaco, cacciato di recente dall’ordine. Wael Saad, questo il nome del sospetto, resterà per quattro giorni in custodia cautelare, in attesa che venga formalizzato il capo di imputazione.

La sera del 29 luglio il 64enne vescovo Epiphanios è stato trovato privo di vita e con profonde ferite alla testa all’interno del monastero, che sorge in un’area desertica a nord-ovest del Cairo. Al momento resta ignoto il movente che ha spinto l’ex religioso a uccidere il suo superiore.

Secondo quanto riferito dagli inquirenti, Wael Saad avrebbe usato un palo di ferro per colpire a morte il vescovo. L’assassinio ha gettato panico e timore all’interno della comunità copta ortodossa egiziana, che rappresenta il 10% circa del totale della popolazione.

Wael Saad, che da monaco si faceva chiamare Isaiah al-Makari, ha perso il titolo ed è stato cacciato dall’ordine nei giorni successivi alla morte del vescovo Epiphanios. In un primo momento le autorità ecclesiastiche avevano spiegato che, dietro la decisione, vi sarebbero state le indagini in atto a suo carico per le “violazioni continue” ai doveri imposti dalla tunica e dall’appartenenza all’ordine religioso.

In seguito alla morte violenta di Anba Epiphanios la Chiesa copta ortodossa ha lanciato una dura battaglia contro il comportamento lascivo e improprio di alcuni monaci. Al contempo hanno congelato per almeno un anno l’ammissione di nuovi candidati all’ordine monastico.

I vertici della Chiesa copta hanno imposto la chiusura dei social - fa Facebook a twitter - e lo stesso papa copto Tawadros II ha dato l’esempio eliminando ogni account, peraltro poco utilizzati in passato. Secondo alcune fonti bene informate, dietro il provvedimento vi sarebbe il dissenso crescente fra diverse anime della Chiesa copta in merito all’omicidio del vescovo.

Finora non si sono registrati commenti ufficiali da parte delle massime autorità ecclesiastiche.