Onu: in Yemen, tutte le parti del conflitto hanno commesso crimini internazionali

Violenze contro i civili, blocchi agli aiuti umanitari, torture, bambini soldato. Nessuna delle parti ha cercato di minimizzare le morti fra i civili. La cifra ufficiali delle morti è 6.660, ma il numero reale sarebbe molto più alto.


Ginevra (AsiaNews) – Violenze indiscriminate contro i civili, blocchi agli aiuti umanitari, torture, bambini di otto anni costretti a combattere e violenze sessuali: tutte le parti coinvolte nel conflitto in Yemen hanno perpetrato – e perpetrano – crimini di guerra. È la dura accusa del gruppo di esperti dell’Onu per i diritti umani nello Yemen , raccolta in un documento di 41 pagine, pubblicato ieri.

Il rapporto copre il periodo fra il settembre 2014 e il giugno 2018, analizzando i principali schemi di violazioni e abusi dei diritti umani, del diritto umanitario e del diritto penale internazionale. Gli esperti affermano di aver identificato una lista di responsabili, che è stata inoltrata all’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Uniti. Si tratta di individui del governo yemenita e della coalizione a guida saudita – che coinvolge anche gli Emirati Arabi Uniti (Eau) – e delle “autorità de facto” [i.e. i ribelli Houti, ndr].

Il rapporto sottolinea che i raid aerei condotti dalla coalizione hanno causato la maggioranza delle morti dirette fra i civili. Le incursioni hanno colpito aree residenziali, mercati, cerimonie funebri e nuziali, centri di detenzione, imbarcazioni civili e anche strutture mediche. Secondo i redattori, i responsabili hanno violato il principio di distinzione, proporzionalità e precauzione, e si sono macchiati di crimini di guerra. “Ci sono poche prove – commenta Kamel Jendoubi, capo del gruppo di esperti – che le parti coinvolte nel conflitto abbiano tentato di minimizzare il numero dei morti fra i civili”.

Il gruppo critica anche le dure restrizioni navali e aere imposte nel Paese sin dal marzo 2015. Inoltre, gli esperti Onu accusano tutte le parti di detenzioni arbitrarie, torture e maltrattamenti verso prigionieri detenuti senza capo d’accusa e senza accesso alla difesa. Il rapporto denuncia anche il reclutamento di bambini soldato: in maggioranza di minori fra gli 11 e i 17 anni, a cui si aggiungono significativi numeri di bambini di soli otto anni. Infine, il personale degli Emirati e del Cordone delle forze di sicurezza sono responsabili di violenze sessuali contro le categorie più vulnerabili, come i profughi.

Secondo l’Ufficio per i diritti umani dell’Onu, fra il marzo 2015 e il 23 agosto 2018 sono morti almeno 6.660 civili. Secondo gli autori, la cifra sarebbe di gran lunga maggiore. Il governo yemenita ha “responsabilità legale primaria” di perseguire i crimini compiuti dai propri cittadini e forze armate.