Mosca: la Siria pronta ad accogliere il rientro di un milione di profughi

Il ministro russo della Difesa conferma che è “già in atto” l’opera di ricostruzione di importanti infrastrutture. E sono operative aree “sicure” pronte ad “ospitare nuovi rifugiati” di rientro. L’inviato speciale Onu al lavoro per un vertice internazionale incentrato sulla bozza della nuova Costituzione. 

 


Damasco (AsiaNews/Agenzie) - La Siria è pronta ad accogliere il rientro di un milione di rifugiati, grazie a un miglioramento della situazione sul terreno e all’opera di ricostruzione avviata in collaborazione con Mosca. È quanto ha affermato il ministro russo della Difesa Sergei Shoigu, secondo cui “oltre un milione di persone sono già tornate a casa” e, in queste ultime settimane, si sono creati “i presupposti per il rientro di circa un altro milione (o più) di rifugiati”. 

L’esodo di milioni di disperati, che hanno cercato riparo all’estero nei Paesi dell’area (Libano, Turchia, Giordania) o in Europa, Nord America e Australia, è una delle conseguenze più gravi del conflitto che, da sette anni, insanguina la Siria. Da qualche tempo la situazione sul terreno sembra essere migliorata e questo ha favorito il ritorno di una parte dei rifugiati. 

Al riguardo, il ministro russo ricorda che “è già in atto” il lavoro di ricostruzione di importanti infrastrutture, fra cui le grandi arterie di comunicazione interrotte a causa della guerra. Inoltre sono già operative delle cosiddette aree “sicure”, pronte ad “ospitare (nuovi) rifugiati”.

Mosca è uno degli alleati chiave assieme a Teheran del governo di Damasco; il suo intervento militare contro gruppi jihadisti e milizie estremiste si è rivelato essenziale per la vittoria miliare dell’esercito siriano fedele al presidente Bashar al-Assad.

Ad oggi nelle mani di ribelli e gruppi fondamentalisti islamici resta la sola provincia di Idlib. Il ministro russo conclude ricordando che la situazione sul terreno migliora e il Paese potrebbe avviarsi verso una lenta, ma progressiva, stabilizzazione. 

Intanto continuano le manovre sul fronte diplomatico per rilanciare il processo di pace. Oltre all’incontro a tre fra Russia, Turchia e Iran, il 14 settembre si terrà un summit internazionale promosso dalle Nazioni Unite, incentrato sulla bozza della nuova Costituzione. A coordinare i lavori è l’inviato speciale Onu per la Siria Staffan de Mistura, che intende riunire esponenti delle potenze occidentali e dei governi della regione mediorientale.

Il vertice, spiega un portavoce, sarà focalizzato sulla “via da seguire per rafforzare il processo politico” e dovrà portare alla nascita di una “sorta di comitato costituente”. L’obiettivo è quello di raggiungere un accordo di massima, prima della riunione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, in programma a fine mese.