Teheran, il caro pannolini, segno della crisi economica

Negli ultimi mesi il prezzo è cresciuto del 137%, passando da 380mila a 850mila rials. A scatenare la polemica il leader supremo, durante un incontro con i vertici di governo. In poche ore il tema è diventato argomento popolare sui social. Famiglie in crisi: “Far crescere un bambino è già un traguardo”. 

 


Teheran (AsiaNews/Agenzie) - I pannolini per neonati sono l’ultima vittima della crisi economica che ha colpito l’Iran, con una impennata nei prezzi e carenze ormai croniche del prodotto in tutto il Paese. I timori sulla loro reperibilità hanno innescato una massiccia campagna di protesta sui social network, con i cittadini infuriati che puntano il dito contro le autorità di governo. 

La questione ha conquistato le prime pagine dei media nei giorni scorsi, durante un incontro fra una delegazione dell’esecutivo guidata dal presidente Hassan Rouhani e la guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei. Durante la conversazione è stato il leder religioso a menzionare la “crisi pannolini”, dando la colpa a “nemici” che “vogliono scatenare le ire della gente contro il governo”. 

Pur senza volerlo, Khamenei ha toccato un nervo scoperto nel Paese. Nel breve volgere di alcune ore i pannolini sono diventati un argomento popolare sui principali social network iraniani. La maggior parte degli utenti è intervenuta per esprimere la propria opinione, perlopiù di dissenso verso le autorità e la gestione della crisi. 

Il dibattito che ne è scaturito ha innescato un reciproco scambio di accuse: per l’ala conservatrice la colpa è della cattiva gestione dell’esecutivo, incapace di affrontare la crisi; per le autorità di Teheran i responsabili sono gli Stati Uniti e le loro sanzioni, sfruttate da affaristi senza scrupoli; quanti sono a favore di un cambio di regime la colpa è della Repubblica islamica a tutto tondo. 

Nel maggio scorso il presidente Usa Donald Trump ha ordinato il ritiro dall’accordo nucleare (Jcpoa), introducendo nuove sanzioni contro Teheran, le più dure della storia. Da qui il significativo calo registrato nell’economia iraniana dopo anni di decisa crescita; a farne le spese, è stata in primis la parte più debole e vulnerabile della popolazione.

Fra i primi segnali della crisi, il calo verticale della moneta locale, il rial, che ha perso almeno i due terzi del proprio valore rispetto al dollaro. Tutto ciò ha causato una impennata nei prezzi dei beni da importazione e una scarsa disponibilità sul mercato. 

Il caso più eclatante è proprio quello dei pannolini per bebè - ma lo stesso discorso vale per i pannoloni per adulti incontinenti e assorbenti per le donne - che sono passati da 380mila rials a fine aprile (circa 9 dollari) agli 850mila di fine agosto, con un aumento del 137% in quattro mesi. 

Il caro vita non colpisce solo le finanze delle famiglie, ma ne stravolge anche gli stili di vita e i piani. In molti, infatti, rinunciano ad avere altri figli per l’impossibilità di sostenere le spese. “Far crescere anche solo un bambino - afferma Ali, un giovane padre di Mashhad - sarà già di per sé un traguardo”.