Ulan Bator, pastori in fuga dall’inquinamento: ‘L’aria è irrespirabile’

Si erano trasferiti nella capitale per trovare una vita migliore. Ogni inverno, in centinaia di migliaia di case si brucia carbone e sporcizia. Il problema è la disparità fra aeree urbane e rurali, dove non si trova lavoro. Più della metà del Pil della Mongolia è prodotto solo nella capitale.


Ulan Bator (AsiaNews/Agenzie) – Dalle provincie alla capitale, e viceversa: i pastori mongoli considerano l’eventualità di tornare sui loro passi e trasferirsi di nuovo nelle provincie. Il motivo: il sempre più intollerabile inquinamento dell’aria, che peggiora man mano che si avvicina la stagione invernale.

In passato, alcuni pastori si sono trasferiti a Ulan Bator per permettere ai figli di studiare e per cercare lavoro al di fuori della pastorizia. Il pesante inquinamento sta facendo cambiar loro idea. “Anche se si esce solo un secondo – racconta Darii Garam, 76 anni – quando apri la porta la tua casa si riempie di fumo, i tuoi vestiti, tutto ne prende l’odore”. Darii vive nel “distretto g”, dove molti pastori si sono trasferiti negli ultimi 20 anni. “Volevo di più per i miei figli, ma l’aria è insostenibile”.

Ogni inverno, 220mila famiglie bruciano carbone per tenersi al caldo. E quando il combustibile è troppo caro per le finanze familiari, essi si adeguano bruciando gomme e altra sporcizia. Per questo motivo, ogni inverno gli ospedali si riempiono e migliaia di bambini si ammalano. La visibilità è così ridotta che due persone che camminano mano nella mano non riescono a vedersi. A gennaio, 15mila manifestanti hanno protestato contro l’inquinamento. In quel periodo, la concentrazione di particelle pm 2.5 era di 3,320 microgrammi per metro cubo, una cifra 133 volte superiore a quella definita sicura dall’Organizzazione mondiale della salute.

La capitale mongola è realizzata per ospitare circa mezzo milione di persone. Al momento, a Ulan Bator vivono un milione e mezzo di persone, quasi la metà dell’intera popolazione del Paese. Il governo ha cercato di limitare l’immigrazione, ma questo non basta a combattere l’inquinamento ambientale. Per gli esperti e i locali, è necessario contrastare la netta diseguaglianza che vi è fra città e campagna: più della metà del Pil della Mongolia è prodotto solo nella capitale. L’urgenza è sviluppare le provincie e favorire la creazione di lavoro. Un gran numero di pastori, infatti, farebbe ritorno immediato nella provincia d’origine se fossero certi di trovare di che vivere. Negli ultimi anni la tendenza è già invertita, e nel 2014 per la prima volta il numero delle emigrazioni dalla capitale ha superato le immigrazioni.