Yasukuni, costretto a dimettersi il sacerdote shinto che criticò l’imperatore

Kunio Kohori aveva accusato il sovrano di “voler distruggere il santuario”, con le sue mancate visite al controverso luogo di culto. Il “Libro delle anime” di Yasukuni contiene i nomi di circa 2,5 milioni di persone, tra cui criminali di guerra. Durante la sua reggenza, l’imperatore Akihito ha preferito onorare caduti e civili sui campi di battaglia del Pacifico.


Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Il capo sacerdote del controverso santuario shintoista Yasukuni è stato costretto a rassegnare le dimissioni, dopo aver confessato l’uso di “un linguaggio altamente inappropriato” per criticare l’imperatore Akihito. Il prossimo 26 ottobre, una riunione generale del santuario nominerà il suo successore.

Grandi polemiche avevano suscitato in tutto il Paese le rivelazioni dello Shukan Post, secondo cui lo scorso 20 giugno Kunio Kohori aveva accusato il sovrano di “voler distruggere il santuario”, con le sue mancate visite al controverso luogo di culto. Eretto a Tokyo nel 1869 dall’imperatore Meiji, esso è dedicato alle anime di quanti sono morti combattendo al servizio dell'impero.

Il “Libro delle anime” di Yasukuni contiene i nomi di circa 2,5 milioni di persone, uomini e donne. Il santuario è tuttavia fonte di notevoli controversie, soprattutto con i Paesi che hanno sofferto atrocità commesse per mano dell’esercito nipponico. Nel documento sono infatti iscritti anche i nomi di oltre mille persone condannate per crimini di guerra.

Importanti esponenti politici giapponesi, incluso il primo ministro Shinzo Abe, hanno fatto visita al santuario, ma l'imperatore Akihito non vi si è mai recato dopo la sua salita al trono, nel 1989. L’ex capo sacerdote ha contestato la scelta del sovrano, che durante il suo regno ha preferito onorare caduti e civili sui campi di battaglia del Pacifico, piuttosto che a Yasukuni.

Kohori ha sostenuto che, in virtù del comportamento dell'imperatore, è improbabile che in futuro il principe ereditario Naruhito e sua moglie Masako si rechino al santuario, dopo che Akihito avrà abdicato. Il sacerdote ha anche aggiunto che la principessa “detesta lo shinto ed i suoi santuari”.

L'imperatore Akihito ha più volte espresso “profondo rimorso” per il dolore causato dalla Seconda Guerra mondiale, mentre il santuario e molti dei suoi sostenitori affermano che il Giappone ha combattuto una guerra di autodifesa. La Costituzione proibisce all'imperatore di impegnarsi in qualsiasi attività politica. Per questo, una sua visita a Yasukuni potrebbe causare grandi polemiche.