Giovani pakistani, il desiderio di lavorare all’estero è ‘un’ossessione’
di Kamran Chaudhry

In Vaticano è in corso il Sinodo dei vescovi. Segretario commissione per i giovani: “La Chiesa spesso non si è impegnata nel coinvolgerli”. Card. Coutts: “Le sfide del Pakistan sono diverse da quelle dell’Europa o di altre società secolarizzate”.


Lahore (AsiaNews) – Emigrare all’estero in cerca di lavoro è la massima priorità per i giovani del Pakistan. Lo sostiene Pervez Roderick, segretario esecutivo della Commissione per i giovani cattolici del suo Paese, intervenendo nel dibattito sul Sinodo in corso in Vaticano, dal tema “I giovani, la fede, il discernimento vocazionale”. Ad AsiaNews afferma: “È come un’ossessione. Essi preferiscono andare in qualsiasi altro Paese, persino uno del Terzo mondo come il Bangladesh”.

Roderick lavora con i ragazzi del Pakistan da più di 13 anni. “Parlando in maniera sincera – dichiara – tra i giovani vi è un diffuso pessimismo. Affrontano tante sfide. Vivendo in un Paese a maggioranza islamica, la gran parte dei giovani cristiani non ha le stesse opportunità, nonostante il merito. In generale poi, le ragazze sono più istruite dei coetanei maschi”.

Egli ritiene che “le commissioni della Chiesa non si sono realmente impegnate nel coinvolgere i giovani. Internet rappresenta la più grande distrazione. Dobbiamo modificare i nostri programmi pastorali in base alle necessità del tempo. Stiamo pianificando di raggiungere i giovani analfabeti nelle aree rurali e incoraggiarli a imparare nozioni professionali e fare una formazione di base”.

Il card. Joseph Coutts, unico porporato del Paese, ha detto alla stampa internazionale: “Al momento stiamo sottolineando [la necessità] di ascoltare i giovani. Dopo aver ascoltato, si può rispondere, in seguito ragionare e decidere cosa fare”. “Ogni Paese – ha aggiunto – ha i suoi specifici problemi. In Pakistan il 95% degli abitanti è musulmano, pertanto le nostre difficoltà sono diverse da quelle dell’Europa o di altre società secolarizzate. I giovani sono una categoria speciale. Sono in un momento particolare della loro vita in cui devono fare delle scelte. In quanto leader ecclesiali e loro pastori, è nostro compito ascoltare cosa hanno da dire”.