Afghanistan al voto domani, tra attentati e rischio di brogli

Almeno 2.565 candidati concorrono per il rinnovo dei 249 seggi della Camera bassa del Parlamento; tra di essi, anche 400 donne. I talebani rivendicano l’assassinio del capo della polizia di Kandahar. Scoperta una truffa con carte d’identità falsificate.


Kabul (AsiaNews/Agenzie) – Tra la paura di nuovi attentati e le minacce esplicite dei terroristi talebani che promettono di “farla pagare ai nemici” che oseranno recarsi alle urne, domani circa 8,9 milioni di cittadini afghani sono chiamati ad esprimere il proprio voto. A conferma della criticità del voto, il fatto che elezioni siano state rimandate per tre anni. In tutto, 2.565 candidati – di cui 400 donne – concorreranno per il rinnovo dei 249 seggi della Camera bassa del Parlamento. A gettare ombra sulla tornata elettorale vi è anche il rischio di probabili brogli, dopo la scoperta di una diffusa falsificazione di carte d’identità.

Gli esperti considerano la tornata di domani come il banco di prova di un voto ancora più importante: quello presidenziale, fissato per il 20 aprile 2019. Le elezioni si svolgeranno in un Paese “blindato”, dove aleggia un clima d’incertezza e preoccupazione a causa dei recenti attacchi in cui hanno perso la vita circa 100 persone. Tra queste, anche il gen. Abdul Razik, comandante della polizia nella provincia di Kandahar. Egli è stato assassinato ieri mentre partecipava ad un incontro nella residenza del governatore, dove il reale obiettivo dell’attentato (rivendicato dai talebani) era il generale americano Austin “Scott” Miller, rimasto illeso. Razik, 39 anni, era considerato l’uomo più potente di tutta la parte meridionale del Paese. Il presidente Ashraf Ghani ha dichiarato che egli è stato “martirizzato”. Oggi il governo ha deciso di posticipare di una settimana il voto nella provincia.

Nasrat Rahimi, vice-portavoce del Ministero dell’interno, fa sapere che in tutto il Paese verranno dispiegati più di 70mila militari per garantire la sicurezza delle elezioni. Tuttavia gli analisti denunciano episodi di corruzione e frode, come la presenza nelle schede elettorali di decine di figli e parenti di ex “signori della guerra”.

Per quanto riguarda la partecipazione femminile, non mancano gli aspetti critici: sebbene il numero di candidate sia il più alto della storia del Paese, in tante lamentano di aver subito minacce o aggressioni. Gli incidenti sono diffusi soprattutto nelle aree rurali, dove si registra anche la più bassa iscrizione delle donne nei collegi elettorali. Tutto questo, evidenziano gli analisti, è una dimostrazione di come le donne siano ancora lontane dall’essere accettate nella vita politica della società a impianto tradizionale.