Riyadh, migranti filippine arrestate a causa di una festa di Halloween

Il fermo risale al 26 ottobre scorso e non è ancora formalizzato il capo di accusa nei confronti delle 17 donne. Gli agenti avvertiti dai vicini che si lamentavano del rumore. L’ambasciatore filippino ricorda ai connazionali di non partecipare a feste “non islamiche”, come il Natale. Arresti e violazioni smascherano e riforme di facciata di bin Salman. 

 


Riyadh (AsiaNews/Agenzie) - La notizia è emersa solo in queste ore: le autorità saudite hanno arrestato nei giorni scorsi 17 lavoratrici migranti filippine, con l’accusa di aver partecipato a una festa di Halloween. A riferirlo è il ministero degli Esteri di Manila, secondo cui il gruppo di donne si trova in stato di fermo dal 26 ottobre scorso in seguito a una operazione dei funzionari dell’intelligence in un compound della capitale. 

Secondo le prime informazioni, gli agenti sarebbero stati avvertiti da alcuni vicini che si lamentavano del rumore proveniente da una casa. Una volta entrati in azione, i poliziotti hanno scoperto che nella casa si stava svolgendo un party dedicato alla festività celtica - ma oggi diffusa in tutto il mondo, non solo nei Paesi anglofoni - che si celebra domani.

Al momento non sono ancora chiari i capi di accusa di cui devono rispondere le lavoratrici migranti. Tuttavia, dal ministero filippino degli Esteri ricordano che le leggi saudite - nel Paese vige una visione radicale dell’islam che impone la divisione dei sessi e proibisce pratiche di culto o feste straniere - vietano la compagnia maschile per le donne non sposate.

Adnan Alonto, ambasciatore filippino a Riyadh, riferisce che gli organizzatori della festa sarebbero accusati di aver promosso “un evento” senza i “permessi” necessari e per “disturbo della quiete pubblica”. Il quotidiano Philippine Star ha rilanciato un post su Facebook di un uomo chiamato Humoud Al Fajrawi secondo cui alcuni dei partecipanti non sapevano che si trattasse di un evento legato ad Halloween. 

In queste ore l’ambasciatore ha diffuso una nota in cui ricorda alla comunità filippina nel regno di “astenersi dall’organizzare o partecipare a eventi o incontri che non sono autorizzati o privi dei permessi necessari”. Egli rinnova quindi l’invito a “evitare luoghi in cui i sessi sono mischiati, consumare alcolici, o prendere parte a manifestazioni che sono legate a religioni diverse dall’islam” come Halloween, San Valentino e persino il Natale. 

Questo episodio mostra una volta di più quanto sia ancora troppo di facciata il programma di “riforme” volute dal 33enne principe ereditario Mohammad bin Salman (Mbs) e tanto sbandierate dai media del Paese nel contesto del programma Vision 2030. Riforme che, in minima parte, avrebbero toccato anche la sfera sociale e dei diritti con il via libera alla guida per le donne. In realtà gli arresti di alti funzionati e imprenditori lo scorso anno, la repressione di attivisti e voci critiche e, in ultimo, la vicenda del giornalista dissidente Jamal Khashoggi gettano più di un’ombra sull’immagine riformista di Mbs.