Papa: Dio risponde sempre alla nostra preghiera

“L’unica incertezza è dovuta ai tempi, ma non dubitiamo che Lui risponderà. Magari ci toccherà insistere per tutta la vita, ma Lui risponderà”. “Quante volte abbiamo chiesto e non ottenuto, bussato e trovato una porta chiusa? Gesù ci raccomanda, in quei momenti, di insistere e di non darci per vinti. La preghiera trasforma sempre la realtà: trasforma la realtà sempre: se non cambiano le cose attorno a noi, almeno cambiamo noi”.


Città del Vaticano (AsiaNews) – Dio risponde sempre alla nostra preghiera. “L’unica incertezza è dovuta ai tempi, ma non dubitiamo che Lui risponderà. Magari ci toccherà insistere per tutta la vita, ma Lui risponderà”. La preghiera - che cambia le cose o cambia il nostro cuore – è stato l’argomento del quale papa Francesco ha parlato all’udienza generale di oggi.

Proseguendo nel ciclo di catechesi dedicato al Padre Nostro, Francesco ha evidenziato alle settemila persone presenti nell’aula Paolo VI che Gesù prega. “Ogni passo della vita di Gesù – ha detto Francesco - è come sospinto dal soffio dello Spirito che lo guida in tutte le sue azioni. Gesù prega nel battesimo al Giordano, dialoga con il Padre prima di prendere le decisioni più importanti, si ritira spesso nella solitudine, intercede per Pietro che di lì a poco lo rinnegherà: «Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno» (Lc 22,31-32). Questo – ha osservato - consola, sapere che Gesù rega per noi, prega per me, perché la nostra fede non venga meno. Gesù continua a pregare per me”.

“Perfino la morte del Messia è immersa in un clima di preghiera, tanto che le ore della passione appaiono segnate da una calma sorprendente: Gesù consola le donne, prega per i suoi crocifissori, promette il paradiso al buon ladrone, spira dicendo: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46). La preghiera di Gesù pare attutire le emozioni più violente, i desideri di vendetta e di rivalsa, riconcilia l’uomo con la sua nemica più acerrima: la morte”.

“È sempre nel Vangelo di Luca che troviamo la richiesta, espressa da uno dei discepoli, di poter essere educati da Gesù stesso alla preghiera. E dice così «Signore, insegnaci a pregare» (11,1). Anche noi possiamo dire così”. “Da questa richiesta nasce un insegnamento abbastanza esteso, attraverso il quale Gesù spiega ai suoi con quali parole e con quali sentimenti si devono rivolgere a Dio. La prima parte di questo insegnamento è proprio la preghiera al Padre- Pregate così: Padre che sei nei cieli”. “Il cristiano si rivolge a Dio chiamandolo anzitutto ‘Padre’”.

“Ma in questo insegnamento che Gesù dà ai suoi discepoli è interessante soffermarsi su alcune istruzioni che fanno da corona al testo della preghiera. Esse insistono sugli atteggiamenti del credente che prega. C’è la parabola dell’amico importuno, che va a disturbare un’intera famiglia che dorme perché all’improvviso è arrivata una persona da un viaggio e non ha pani da offrirgli: «Vi dico – spiega Gesù – che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono» (Lc 11,9). Con questo vuole insegnarci a pregare, a insistere nella preghiera. E subito dopo fa l’esempio di un padre che ha un figlio affamato”. “«Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce?» (v. 11). Voi tutti, padri, nonni, avete l’esperienza, quando un figlio ha fame…”.

“Con queste parole Gesù fa capire che Dio risponde sempre, che nessuna preghiera resterà inascoltata, perché Lui è Padre, e non dimentica i suoi figli che soffrono. Certo, queste affermazioni ci mettono in crisi, perché tante nostre preghiere sembra che non ottengano alcun risultato. Quante volte abbiamo chiesto e non ottenuto, bussato e trovato una porta chiusa? Gesù ci raccomanda, in quei momenti, di insistere e di non darci per vinti. La preghiera trasforma sempre la realtà: trasforma la realtà sempre: se non cambiano le cose attorno a noi, almeno cambiamo noi. Gesù ha promesso il dono dello Spirito Santo ad ogni uomo che prega. Possiamo essere certi che Dio risponderà. L’unica incertezza è dovuta ai tempi, ma non dubitiamo che Lui risponderà. Magari ci toccherà insistere per tutta la vita, ma Lui risponderà. Ce lo ha promesso: Lui non è come un padre che dà una serpe al posto di un pesce. Non c’è nulla di più certo: il desiderio di felicità che tutti portiamo nel cuore un giorno si compirà. Dice Gesù: «Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui?» (Lc 18,7). Sì. Farà giustizia, ci ascolterà. Che giorno di gloria e di risurrezione sarà mai quello! Pregare è fin da ora la vittoria sulla solitudine e sulla disperazione. La preghiera cambia la realtà. Cambia le cose o il nostro cuore, ma sempre cambia. È come vedere ogni frammento del creato che brulica nel torpore di una storia di cui a volte non afferriamo il perché. Ma è in movimento, in cammino, e alla fine di ogni strada c’è un Padre che aspetta tutto e tutti con le braccia spalancate. Guardiamo questo padre”.