Familiari di uiguri scomparsi chiedono a Pechino di provare che sono ancora vivi

La Cina ha diffuso un video di un famoso musicista per rispondere all’accusa turca per la quale l’uomo era morto in un campo di concentramento. Ma ora attivisti e membri della diaspora chiedono video dei loro parenti scomparsi. Sotto l'hashtag #MeTooUyghur, i membri della comunità uigura pubblicano i nomi e le foto dei loro familiari.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Si sta rivelando un clamoroso autogol il sistema elaborato da Pechino per dissipare le voci sul destino di un famoso musicista uiguro. Il governo cinese, per mettere fine ad accuse lanciate dalla Turchia, ha diffuso un video che mostra il musicista, ma il fatto ha dato il via a una serie di richieste di parenti di “scomparsi”. Attivisti e membri della diaspora uigura chiedono prove dei video di vita dei loro parenti scomparsi nella rete di campi di internamento. Sotto l'hashtag #MeTooUyghur, i membri della comunità uigura pubblicano i nomi e le foto dei loro familiari.

La vicenda è nata con l’accusa turca di repressione che Pechino sta esercitando da anni contro la minoranza uigura, minoranza musulmana nella Cina nord-occidentale, di origine kazaka. Si citava il caso del musicista Abdurehim Heyit, scomparso nel 2017, affermando che in realtà era morto in un campo di prigionia, che la Cina afferma essere "centri di formazione professionale", nei quali sarebbero rinchiusi un milione di uiguri. Il ministero degli Esteri della Turchia aveva detto che gli uiguri detenuti sono sottoposti a "torture" in "campi di concentramento". E il portavoce del ministero degli Esteri, Hami Aksoy, aveva dichiarato che le notizie sulla morte di Heyit "hanno ulteriormente rafforzato la reazione del pubblico turco alle gravi violazioni dei diritti umani nello Xinjiang".

Pechino ha reagito chiedendo alla Turchia di revocare le sue affermazioni "false". Una portavoce del ministero degli Esteri cinese ha detto che il musicista era "molto sano". La portavoce Hua Chunying ha dichiarato: "Speriamo che le autorità turche competenti possano distinguere tra giusto e sbagliato e correggere i loro errori", e ha definito i commenti "completamente inaccettabili".

I media statali cinesi, poi, hanno diffuso un video nel quale Heyit (nella foto) dice che è sotto custodia della polizia e che "non ha mai subito violenza".

Me, mentre si avanzano sospetti sul video, sostenendo che la Cina ha la tecnologia per falsificare il filmato, è sorto il movimento #MeTooUyghur. "Le autorità cinesi hanno mostrato il video come prova che Heyit è ancora vivo. Ora, vogliamo sapere, dove sono milioni di uiguri?" ha postato su Twitter Halmurat Harri, un attivista uiguro che vive in Finlandia, invitando altri a partecipare alla campagna. Arslan Hidayat, genero di un importante comico uiguro, Adil Mijit, scomparso da novembre, ha pubblicato su Facebook un video nel quale chiede "una sorta di prova di vita video di Adil Mijit e dell resto dei nostri milioni di fratelli e sorelle che sono  rinchiusi nei campi di concentramento cinesi ".