Pechino e Addis Abeba fermano a terra i Boeing 737 dopo l’incidente aereo in Etiopia

L’aereo si è schiantato ieri a pochi minuti dal decollo, uccidendo 157 persone. In ottobre, un aereo dello stesso modello si è inabissato nel mare in Indonesia anch’esso dopo il decollo. Gli incidenti sono molto simili. Fra le vittime vi sono personalità delle Nazioni Unite, imprenditori, membri di ong che si recavano a Nairobi per una Conferenza Onu sull’ambiente.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità aeree cinesi hanno deciso di fermare a terra tutti i Boeing 737 Max 8, dopo che un simile modello dell’Ethiopian Airlines si è schiantato al suolo ieri. Le aerolinee devono bloccare i Boeing entro le 8 di oggi.

Il volo della Ethiopian Airlines era partito dalla capitale Addis Abeba e doveva volare verso Nairobi, ma dopo pochi minuti dal decollo, è caduto uccidendo tutti le 157 persone a bordo, compreso il personale.

Fra gli uccisi vi sono 8 cinesi, fra cui uno di Hong Kong, 32 keniani, 18 canadesi, 8 italiani, e tanti altri. Fra le vittime vi sono personalità dell’Onu, del World Food Programm, della Fao, dell’Agenzia per i rifugiati, membri di ong. Essi si recavano a Nairobi per partecipare a una Conferenza Onu sull’ambiente, che comincia oggi, che raduna più di 4700 capi di Stato, ministri, imprenditori.

Questo è il secondo incidente in cinque mesi, che coinvolge un Boeing 737 Max 8. Lo scorso 29 ottobre, un Boeing della Lion Air (Indonesia), è precipitato in mare subito dopo il decollo, facendo 189 vittime.

Le autorità cinesi hanno diffuso una dichiarazione in cui affermano che a causa “della similarità” fra i due incidenti, hanno deciso il blocco dei voli Boeing. La Cina usa almeno 90 di questi velivoli, un modello che è stato messo in commercio nel 2017.

Anche l’Ethiopian Airlines, insieme alla Cayman Airlines hanno deciso di fermare a terra tutti gli aerei modello 737 Max 8.

La Boeing si dice “profondamente rattristata” per il disastro e ha inviato un suo gruppo per offrire assistenza tecnica nell’inchiesta. Questa è nelle mani delle autorità etiopiche, insieme al team della Boeing e delle Autorità Usa per la sicurezza nei trasporti.