Problemi demografici: città cinesi invitano ondate di migranti (ma solo se qualificati)
di Wang Zhicheng

Le città di spopolano, milioni di case sono invendute, manca la forza-lavoro. D’ora in poi si facilita l’acquisizione dell’hukou (certificato di residenza). Diverse città mettono come condizione che i migranti siano laureati o studenti universitari. Entro il 2020 la Cina dovrebbe dare il certificato di residenza cittadina a 100 milioni di persone.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Commissione per lo sviluppo e la riforma nazionale ha pubblicato oggi un piano di urbanizzazione in cui si chiede alle città di togliere i limiti alla venuta di migranti interni.

In particolare si chiede a città con una popolazione al di sotto di tre milioni di togliere ogni restrizione alla venuta dei migranti; alle città fra 3 e 5 milioni di “facilitare l’acquisizione del permesso di residenza”.

Fino ad ora i migranti sono stati usati come forza lavoro a basso costo. Ma per evitare spese al governo della città, questi non potevano usufruire dei servizi sociali cittadini (niente pensione, visite mediche, scuola per i figli) perché non era possibile cambiare il loro certificato di residenza (hukou). Il metodo dell’hukou data dai tempi di Mao Zedong ed era pensato per avere un controllo sull’urbanizzazione.

Ma ora molte città cinesi si stanno spopolando per la riduzione della popolazione, conseguenza della ultratrentennale legge sul figlio unico; in molte città manca sufficiente forza-lavoro per sostenere lo sviluppo economico. Per questo ora i migranti sono benvenuti. L’invito è anche pensato per sostenere l’industria edilizia e le decine di milioni di case create dal boom degli anni scorsi.

Vi sono ancora diversi limiti: Hangzhou, capitale del Zhejiang, ha annunciato che darà il certificato di residenza a migranti che abbiano diplomi universitari; Shijiazhuang (Hebei) ha tolto ogni soglia o condizione; Xian accetterà tutti i laureati o studenti universitari.

Secondo un piano pubblicato nel 2016, entro il 2020 la Cina garantirà il certificato di residenza permanente nelle città a circa 100 milioni di persone.

Vi sono ancora città chiuse: a Pechino, nel novembre 2017, il governo ha espulso centinaia di migliaia di migranti.