Dhaka, inizia il 1426 all’insegna di canti e danze

Il Capodanno si chiama “Pohela Boishakh” ed è celebrato in varie zone dell’Asia del sud e tra le comunità di migranti. È stato introdotto nell’era moghul e vuole celebrare l’armonia nazionale.


Dhaka (AsiaNews) – Bancarelle di dolciumi e street food, palloncini colorati, danze tipiche e balli festosi, carri e processioni: così ieri è partito l’Anno bengalese 1426, con grandi festeggiamenti in tutto il Paese. A Dhaka, raccontano fonti locali ad AsiaNews, tutti sono scesi in strada a celebrare il Capodanno. Bambini, anziani e adulti, ognuno con indosso un capo d’abbigliamento che richiamava i colori tipici della festa: rosso e bianco.

I festeggiamenti sono iniziati la mattina presto e culminati non oltre le cinque del pomeriggio, così come stabilito da un’ordinanza della polizia municipale. Il Capodanno bengalese è stato introdotto dall’imperatore moghul Akbar nell’anno 1556 del calendario gregoriano. In lingua locale prende il nome di “Pohela Boishakh”, che è anche il termine con cui ci si riferisce al primo giorno del Nuovo Anno.

La festività viene celebrata in molte zone dell’Asia meridionale e all’estero nelle comunità di migranti. Per l’occasione, nelle famiglie viene preparato il piatto tradizionale, che consiste nel riso lasciato in ammollo in acqua fin dalla sera prima, una crema di pesce condita con peperoncino e cipolla e l’ilish (o alosa indiana), un pesce d’acqua dolce che è anche il pesce nazionale del Bangladesh.

Negli anni la celebrazione ha assunto i connotati di una festa multi-religiosa e multi-etnica, per unire in maniera armonica le varie comunità del Paese. Ieri sia il presidente Abdul Hamid che la premier Sheikh Hasina hanno diffuso un messaggio d’auguri. Il primo ha sottolineato che la festa è “universale e non settaria” e augurato “felicità, pace e progresso alla nazione”. La premier ha poi evidenziato i risultati della “lotta al terrorismo, al fondamentalismo e alle droghe”, lanciando un messaggio di speranza per “il progresso e per dimenticare tutti i difetti e i dolori”.