Papa: ognuno deve essere servitore e il più grande deve essere il più piccolo

Francesco ha celebrato la messa “in coena Domini” nel carcere di Velletri e ha lavato i piedi a 12 detenuti. “E’ vero che nella vita ci sono dei problemi: litighiamo tra noi … ma questo deve essere una cosa che passa, una cosa passeggera, perché nel cuore nostro ci dev’essere sempre questo amore di servire l’altro, di essere al servizio dell’altro”.


Velletri (AsiaNews) – Il servizio agli altri come principio guida di chi à grande, come mostra l’esempio di Gesù che volle lavare i piedi ai suoi apostoli, gesto che a quel tempo era da schiavi. Ne ha parlato papa Francesco, oggi pomeriggio, prima di compiere la tradizionale lavanda dei piedi nel corso della messa “in coena Domini”, celebrata nel carcere di Velletri, cittadina della provincia di Roma.

Quella odierna nella “Casa circondariale” di Velletri è stata la quinta volta che Francesco ha celebrato la Messa in Coena Domini in un carcere. Lo aveva già fatto a Casal del Marmo a Rebibbia, a Paliano e a Regina Coeli. La struttura ospita 577 persone, il 60 per cento delle quali è straniera. Il Papa ha lavato i piedi a nove italiani, un brasiliano, uno del Marocco e uno della Costa d’Avorio

Parlando a braccio, Francesco ha sostenuto che servire è fare qualcosa di cui tu hai bisogno. E’ la fratellanza ed è sempre umile. Per questo i vescovi ripetono il gesto di Gesù. “Il vescovo – ha detto - deve essere il più servitore. E ognuno di noi deve essere servitore degli altri. Questa è la regola di Gesù e la regola del Vangelo: la regola del servizio, non del dominare, di fare del male, di umiliare gli altri”.

Francesco ha proseguito evidenziando che Gesù ha detto ai suoi come i capi delle Nazioni dominano su di esse, ma che fra loro non deve essere così, ma il più grande deve essere il più piccolo. “E’ vero che nella vita ci sono dei problemi: litighiamo tra noi … ma questo deve essere una cosa che passa, una cosa passeggera, perché nel cuore nostro ci dev’essere sempre questo amore di servire l’altro, di essere al servizio dell’altro”